100 metri piani
Autore: Alberto Armando Centracchio
Data di immissione del modello: 21/05/2019
Tipologia di sport:
Ambiente:
Materiali:
Obiettivo:
Difficoltà (da 0 a 5):
Inizio pratica agonistica (età):
Inizio pratica professionistica:
Sport Olimpico:
Demografia: quanti lo praticano, chi lo pratica (genere), diffusione geografica:
Frequenza gare:
Record mondiale:
Somatotipo:
Morfotipo:
Distanza della prestazione:
Durata:
Frequenza cardiaca:
Tipologia di lavoro:
Sistema energetico coinvolto:
Alimentazione e idratazione:
Capacità motorie:
Abilità motorie:
Schemi motori e piani di lavoro:
Obiettivo della prova dei 100 metri è quello di produrre una grande quantità di velocità orizzontale. La meccanica ideale è quella che consente di produrre significative quantità di forza orizzontale al momento del contatto al suolo.
Visto come la produzione di velocità orizzontale sia indubbiamente la chiave per ottenere eccellenti prestazioni nello sprint, la produzione di forza lungo la componente orizzontale non costituisce un fattore critico per raggiungere questo obiettivo. Infatti, con l’avanzare delle fasi della prova, si può osservare come la richiesta di forza orizzontale necessaria per l’avanzamento diminuisca con l’aumentare della velocità orizzontale:
Nella fase della partenza è opportuno produrre la massima quantità possibile di forza orizzontale cercando nel contempo di minimizzare le dispersioni di forza lungo le direzioni laterali;
Nella fase di transizione e nella prima parte del lanciato, quando non si ha ancora raggiunto la velocità massima, è opportuno minimizzare le richieste di produzione di forza lungo le altre direzioni in modo che l’atleta abbia a disposizione una quota di forza orizzontale utile per produrre velocità lungo la direzione di corsa. Fintanto che la componente orizzontale della forza prodotta rimane positiva si sta ancora viaggiando verso il raggiungimento della propria velocità massima;
Una volta raggiunta la velocità massima il problema si sposta quasi completamente sulla componente verticale della forza, necessaria a mantenere una azione meccanica funzionale che consenta di continuare a produrre la minima quantità di forza orizzontale richiesta per mantenere la propria velocità massima.
Dato che lo spostamento lungo l’asse sagittale nel verso della corsa rappresenta l’obiettivo, appare intuitivo che la capacità di esprimere forza lungo tale asse sia il principale fattore di successo nella prestazione di sprint.
Questa evidenza è ancora più netta nella fase della partenza, quando l’atleta deve applicare significative quantità di forza orizzontale per portare la sua velocità orizzontale da zero al 60% circa della sua velocità massima al momento del terzo appoggio.
Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzato:
Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente o discendente):
Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente o discendente):
Gesti tecnici di base:
Aspetti usuranti:
Infortuni più frequenti (distretto anatomico):
Test specifici:
Video-regolamento:
Al colpo di pistola, gli atleti, con tempi di reazione rapidissimi “escono dai blocchi” e si portano verso il traguardo. Frequentemente per conoscere il vincitore è necessario visionare il cosiddetto fotofinish. Il tempo viene rilevato al momento esatto del superamento della linea d’arrivo con il torso.
Bibliografia: