30-15 Intermittent fitness test (30-15 ift)


Test sportivo

Test di valutazione della capacità prestativa metabolica intermittente

30-15 intermittent fitness test

(30-15 ift)


Autore: Giacomo Schillaci

Data di immissione del test: 01/07/2020

Tipologia di test:

    • Il 30-15 Intermittent Fitness Test si pone l'obiettivo di valutare l’abilità psicofisica di tollerare attività intermittenti e con cambi di direzione e/o di senso, tipiche degli sport di squadra quali ad esempio pallamano, hockey, calcio, futsal, rugby e pallacanestro.

Storia del test:

    • Il 30-15 Intermittent Fitness Test (30-15 IFT) è un test di endurance intermittente ideato da Martin Buchheit (2008), con l’obiettivo di avvicinarsi maggiormente alle richieste metaboliche e neuromuscolari tipiche degli sport di natura intermittente, rispetto ai “beep test standard”. Diversamente da un beep test standard, dove si corre a velocità crescenti ogni minuto (Léger & Boucher, 1980), questo test consiste in 30 secondi di corsa alternata a 15 secondi di camminata all’interno di uno spazio di 40 m. Il 30-15 IFT non si pone l’obiettivo di identificare una particolare soglia fisiologica bensì la capacità psicofisica del soggetto di tollerare prestazioni intermittenti e quindi fortemente specifiche per molti contesti sportivi. L’esecuzione di questo test di valutazione metabolica ci permetterà di conoscere la massima velocità alla quale un soggetto è in grado di tollerare sforzi ripetuti con impegno neuromuscolare derivante dal cambio di senso. Il 30-15 IFT a differenza di altri “beep test” con cambio di senso come lo Yo-Yo intermittent test (Krustrup et al., 2003) ed il 20m Shuttle Run Test (Léger, 1988) si è dimostrato essere caratterizzato da una maggior impegno di tipo aerobico, una maggiore sensibilità al cambiamento (Buchheit & Rabbani, 2013) (Figura 1) ed una maggiore utilità in termini di individualizzazione dello stimolo allenante (Buchheit, 2008, Buchheit, 2010) (Figura 2). Il 30-15 IFT è stato inoltre validato in popolazioni di soggetti maschi (Buchheit, 2008, Scott et al., 2015), soggetti femmine (Bruce & Moule, 2017) e giovani (Buchheit et al., 2011, Buchheit & endez-Villanueva, 2013). VIFT si è dimostrata essere significativamente correlata con il massimo consumo di ossigeno, con prestazioni di salto verticale con contromovimento, prestazioni di sprint su 10 metri, con la capacità del soggetto di abbassare la propria frequenza cardiaca negli intervalli di tempo di 15” tra uno sforzo ed i il successivo e con prestazioni di ripetere sprint con brevi intervalli di recupero (Buchheit, 2008, 2010) (Figura 3).
Figura 1 Cambiamenti indotti dall’allenamento (intervalli di confidenza del 90%) nelle prestazioni dello Yo-Yo Intermittent Recovery Test Level 1 (Yo-YoIR1) e 30-15 Intermittent Fitness Test (30-15IFT) espresso in termini percentuali. Le aree ombreggiate rappresentano la gamma di cambiamenti/differenze non significativi. (Buchhei & Rabbani, 2013)
Figura 1 Cambiamenti indotti dall’allenamento (intervalli di confidenza del 90%) nelle prestazioni dello Yo-Yo Intermittent Recovery Test Level 1 (Yo-YoIR1) e 30-15 Intermittent Fitness Test (30-15IFT) espresso in termini percentuali. Le aree ombreggiate rappresentano la gamma di cambiamenti/differenze non significativi. (Buchhei & Rabbani, 2013)
Figura 2 Risposte alla frequenza cardiaca (FC, espressa in percentuale di FC di riserva) in tre giocatori di pallamano professionisti durante corse di allenamento ad alta intensità (15”-15”) eseguite al 110% della massima velocità raggiunta nel test 20m Shuttle Run (pannello di sinistra) ed al 95% della massima velocità raggiunta nel test 30-15 IFT (pannello di destra) (Buchheit, 2008, 2010)
Figura 2 Risposte alla frequenza cardiaca (FC, espressa in percentuale di FC di riserva) in tre giocatori di pallamano professionisti durante corse di allenamento ad alta intensità (15”-15”) eseguite al 110% della massima velocità raggiunta nel test 20m Shuttle Run (pannello di sinistra) ed al 95% della massima velocità raggiunta nel test 30-15 IFT (pannello di destra) (Buchheit, 2008, 2010)
Figura 3 Relazioni tra VIFT e VO2max, qualità neuromuscolari (tempo di sprint di 10 m e altezza di salto verticale con contromovimento [CMJ]), tassi di recuro della frequenza cardiaca e prestazioni di sprint ripetuti (RSATot corrispondente al totale dei tempi di sprint (6 x [2x15-m shuttle sprints]). (Buchheit, 2010)
Figura 3 Relazioni tra VIFT e VO2max, qualità neuromuscolari (tempo di sprint di 10 m e altezza di salto verticale con contromovimento [CMJ]), tassi di recuro della frequenza cardiaca e prestazioni di sprint ripetuti (RSATot corrispondente al totale dei tempi di sprint (6 x [2x15-m shuttle sprints]). (Buchheit, 2010)

Strumentazione richiesta:

    • Un’area pianeggiante per l'esecuzione del test di almeno 40 m di lunghezza
    • Rraccia audio del test
    • Marcatori

Pre-test:

    • Spiegare la procedura esecutiva del test
    • Eseguire uno screening dei fattori di rischio per la salute dei soggetti ed ottenere il consenso informato
    • Registrare i valori di età, statura, peso corporeo, genere, e condizioni ambientali in cui si eseguirà il test
    • Misurare e tracciare il percorso. Tracciare un'area di 40 metri con marcatori alle estremità e a metà (20 metri). Posizionare i marcatori anche 3 metri prima di ogni linea di fondo e su entrambi i lati della linea mediana (zone di tolleranza) (Figura 4)
    • Assicurarsi che i soggetti siano adeguatamente riscaldati.
Figura 4 Layout del 30-15 IFT per la versione standard da 40m e per la versione modificata da 28m. Per la versione "rettilinea" su una pista di 400 m, i coni sono posizionati ogni 20 m (Buchheit, 2008)
Figura 4 Layout del 30-15 IFT per la versione standard da 40m e per la versione modificata da 28m. Per la versione "rettilinea" su una pista di 400 m, i coni sono posizionati ogni 20 m (Buchheit, 2008)

Procedura di svolgimento:

    • Il test consiste in 30 secondi di corsa alternata con 15 secondi di camminata. I partecipanti iniziano il test stazionando dietro una delle linee terminali, distanziati tra loro di almeno un metro. In seguito al primo “beep” i partecipanti iniziano a correre, regolando il proprio ritmo di corsa in modo da trovarsi attorno alla linea mediana al secondo “beep”, raggiungere la linea terminale opposta al terzo “beep” e quindi effettuare un cambio di senso per proseguire la corsa. Si continua a correre fino al “doppio beep”, che indicherà la fine del periodo di 30 secondi, momento in cui i partecipanti dovranno interrompere la propria corsa. Questo non avverrà necessariamente in prossimità di una delle linee terminali. I partecipanti camminano avanti fino alla linea successiva, aspettando l’inizio del livello successivo entro 15 secondi. La velocità iniziale è di 8 km/h, con incrementi di 0,5 km/h ogni 45 secondi (1 stage). Il test si conclude quando il soggetto non raggiunge la zona di tolleranza per tre volte consecutive o ritiene di non essere più in grado di continuare.

Varianti:

    • Esistono versioni di questo test adattate per diversi sport. Esiste una versione per i giocatori di hockey su ghiaccio (Buchheit et al., 2011) con velocità modificate tenendo conto delle diverse velocità di pattinaggio, e una versione per il basket, futsal e pallamano (Haydar & Buchheit, 2009) modificata per essere condotta al chiuso su una distanza di 28 metri (Figura 5).
    • Esistono versioni di questo test di tipo continuo e senza cambi di senso che, se effettuati in maniera combinata con la versione base di 30-15 IFT, possono permetterci di comprendere l’abilità del soggetto di trarre vantaggio dal recupero di tipo passivo e/o l’abilità del soggetto di eseguire cambi di senso efficienti in termini di dispendio energetico (Haydar et al., 2011) (Figura 6).
Figura 5 Le 4 versioni del test 30-15 IFT disponibili
Figura 5 Le 4 versioni del test 30-15 IFT disponibili
Figura 6 Scala per valutare le capacità di recupero  (sinistra) e di cambio di senso (destra) durante sforzi intermittenti ad alta intensità (Haydar, 2011)
Figura 6 Scala per valutare le capacità di recupero (sinistra) e di cambio di senso (destra) durante sforzi intermittenti ad alta intensità (Haydar, 2011)

Risultato:

    • La velocità dell’ultimo stage completato (non lo stage in cui il soggetto commette 3 errori o sceglie dautonomamente di terminare il test) viene indicata come punteggio (VIFT). Utilizzando la formula seguente è possibile stimare il VO2max mediante la velocità finale del test, dove VIFT è la velocità finale test, G il genere (femmina = 2; maschio = 1), A l’età espressa in decimali e W il peso corporeo espresso in kg (Buchheit, 2008).

VO2max (ml.kg-1.min-1) = 28,3 – (2.15 x G) – (0.741 x A) – (0,0357 x W) + (0.0586 x A x VIFT) + (1.03 x VIFT)

Vantaggi:

    • Questo test risulta in grado di determinare la massima velocità alla quale è possibile tollerare sforzi ripetuti con impegno neuromuscolare derivante dal cambio di senso. Risulta essere quindi maggiormente specifico ed in grado di valutare la reale fitness metabolica specifica per sport di tipo intermittente, oltre che in grado discriminare in maniera più sensibile l’intensità di stimolo da fornire a soggetti differenti durante protocolli di tipo intermittente. Si è dunque rilevato essere maggiormente utile per gli sport intermittenti rispetto i beep test comunemente utilizzati
    • Le tracce audio possono essere reperite tramite l’app per smartphone sviluppata dagli stessi creatori del protocollo di valutazione (30-15 Intermittent Fitness Test) (Figura 7)
    • In quanto test massimale sarà possibile raggiungere e registrare la massima frequenza cardiaca che il soggetto è in grado di raggiungere
Figura 7 Layout App 30-15 Intermittent Fitness Test
Figura 7 Layout App 30-15 Intermittent Fitness Test

Svantaggi:

    • Risulta essere un test massimale e particolarmente disturbante il sistema nervoso in termini di bilanciamento tra attività del sistema simpatico ed attività del sistema parasimpatico, rispetto ai “beep test” standard e di tipo continuo e/o lineare (Buchheit et al., 2009). Da tenere in considerazione durante il processo di pianificazione del programma di allenamenti
    • Non esistono attualmente valori normativi per identificare il livello di fitness mettendo in relazione VIFT con genere, età, sport e livello competitivo del soggetto, come invece è possibile fare con altre tipologie di test maggiormente utilizzati come ad esempio il 20m Shuttle Run Test (Garzón 2009). E’ tuttavia possibile confrontare la VIFT ottenuta con la raccolta dei valori medi ottenuti in differenti studi e raccolti dagli autori (Figura 8).
Figura 8 Valori VIFT misurati per diverse squadre (maschili e femminili) in diversi sport e di differente livello competitivo. (Buchheit, 2010)
Figura 8 Valori VIFT misurati per diverse squadre (maschili e femminili) in diversi sport e di differente livello competitivo. (Buchheit, 2010)

Considerazioni:

    • Il 30-15 Intermittent Fitness Test nasce dall'esigenza di fornire ad allenatori e preparatori di sport intermittenti, un valore in grado di stimare il potenziale prestativo del soggetto e che possa essere utilizzato come riferimento per la proposta di stimoli metabolici individualizzati. Come sottolineato dallo stesso Buchheit, la VIFT non può essere definita come una soglia di velocità con intima relazione con parametri di tipo fisiologico bensì deve essere considerata come la massima velocità che il soggetto è in grado di tollerare per sforzi di tipo intermittente con cambi di senso. Proprio questa sua peculiarità ne sottolinea l'utilità pratica in sport di tipo intermittente come gli sport di squadra.
    • Attraverso il processo di valutazione del test è stato dimostrata la significativa relazione esistente tra VIFT e numerosi parametri fisiologico-prestativi come il massimo consumo di ossigeno, la prestazione di salto verticale con contromovimento e la prestazione in sprint di 10 metri, evidenziando come VIFT sia in grado di racchiudere qualità motorie sia di tipo metabolico che di tipo neuromuscolare. Tale capacità di sintesi non ci permette tuttavia di discriminare le reali carenze metaboliche e neuromuscolari che costituiscono il maggior freno prestativo (Blondel et al., 2001, Bundle et al., 2003), come in tutti i test cosiddetti di sintesi.
    • Il 30-15 Intermittenti Fitness test si propone come valido e sensibile test di valutazione del livello prestativo in attività metaboliche di tipo intermittente e caratterizzate dalla presenza di cambi di direzione e come efficacie ed efficiente strumento al servizio di allenatori e preparatori atletici per fornire stimoli metabolici adeguati ed individualizzati.

Video:

Bibliografia:


Blondel, N., Berthoin, S., Billat, V., & Lensel, G. (2001). Relationship between run times to exhaustion at 90, 100, 120, and 140% of vV O2max and velocity expressed relatively to critical velocity and maximal velocity. International journal of sports medicine, 22(01), 27-33
Bruce, L. M., & Moule, S. J. (2017). Validity of the 30-15 intermittent fitness test in subelite female athletes. The Journal of Strength & Conditioning Research, 31(11), 3077-3082
Buchheit M, Lefebvre B, Laursen PB, Ahmaidi S. Reliability, usefulness, and validity of the 30–15 Intermittent Ice Test in young elite ice hockey players. J Strength Cond Res. 2011; 25(5): 1457–1464
Buchheit, M. (2008). The 30-15 intermittent fitness test: accuracy for individualizing interval training of young intermittent sport players. The Journal of Strength & Conditioning Research, 22(2), 365-374
Buchheit, M., Al Haddad, H., Millet, G. P., Lepretre, P. M., Newton, M., & Ahmaidi, S. (2009). Cardiorespiratory and cardiac autonomic responses to 30-15 intermittent fitness test in team sport players. The Journal of Strength & Conditioning Research, 23(1), 93-100
Buchheit, M. (2010). The 30–15 intermittent fitness test: 10 year review. Myorobie J, 1(9), 278
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Garzón, M. J. C. (2009). The ALPHA Health Related Fitness Test Battery for Children and Adolescents
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Krustrup, P., Mohr, M., Amstrup, T., Rysgaard, T., Johansen, J., Steensberg, A., ... & Bangsbo, J. (2003). The yo-yo intermittent recovery test: physiological response, reliability, and validity. Medicine & Science in Sports & Exercise, 35(4), 697-705
Scott, T. J., Delaney, J. A., Duthie, G. M., Sanctuary, C. E., Ballard, D. A., Hickmans, J. A., & Dascombe, B. J. (2015). Reliability and usefulness of the 30-15 intermittent fitness test in rugby league. The Journal of Strength & Conditioning Research, 29(7), 1985-1990