salto in alto

Modello Prestativo

Sport Individuale

atletica leggera

Salto in Alto


Autore: Silvia Nicola

Data di immissione del modello: 26/05/2020

Tipologia di sport:

    • Individuale

    • Non situazionale

    • Acrobatico: arco dorsale per valicare l’asticella

Ambiente:

    • Indoor/Outdoor

    • Stagione: tutto l'anno

    • Superficie di gara: la lunghezza minima della pedana di ricorsa deve essere di 15 m. Dove è possibile dovrebbe essere di 25 m. La zona di caduta dovrebbe misurare 6 m x 4 m (lunghezza) x 0,7 m (altezza). All'interno del campo di atletica, il salto in alto non ha una vera e propria pedana: può essere posizionata in luoghi diversi a seconda delle varie esigenze organizzative e in base all'architettura dell'impianto.

    • Naturale/artificiale: Tartan e materasso dell’alto con relativi ritti e asticella.

Immagine 1: Materasso

Materiali:

    • Strumentazione specifica tecnica: scarpe chiodate specifiche per il salto in alto, con chiodi sia nella parte anteriore che in quella posteriore. I chiodi non devono essere più di 11 e non devono superare i 12 mm. La suola della scarpa deve avere uno spessore massimo di 19 mm.

Immagine 2: Scarpe chiodate

Obiettivo:

    • Misura: altezza dell'asticella

    • Sviluppare la velocità ottimale al fine di uno stacco efficace e quindi di non far cadere l’asticella. Portare il centro di massa alla massima altezza quando si sta valicando l’asticella.

Difficoltà (da 0 a 5):

    • Condizionale: 4

    • Coordinativa: 5

    • Intellettiva: 3

Inizio pratica agonistica (età):

    • Categoria ragazzi/e, 11-12 anni (U12).

Inizio pratica professionistica:

    • La FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) non è tra le sei federazioni sportive italiane affiliate al CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) che hanno riconosciuto il professionismo. Per essere considerato professionista devi far parte dei Gruppi Sportivi Militari (devi almeno aver compiuto il 17esimo anno di età); da questo momento, gli atleti, essendo stipendiati possono allenarsi e gareggiare come professionisti.

Sport Olimpico:

    • Sport Olimpico, per gli uomini dal 1896 (Atene). Le donne iniziarono a praticarlo nel 1932 (Los Angeles).

Demografia: quanti lo praticano, chi lo pratica (genere), diffusione geografica:

    • Il numero totale di paesi e territori attualmente affiliati alla IAAF (International Association of Athletics Federation) sono 214. Il salto in alto è uno sport praticato sia dagli uomini che dalle donne. Come si può vedere nella lista mondiale del 2019, per entrambi i generi, è praticato per la maggior parte nelle zone europee.

Tabella 1: Uomini 2019

Tabella 2: Donne 2019

Frequenza gare:

    • Gare indoor: Gennaio, Febbraio (3/4 gare al mese)

    • Gare outdoor: Da Marzo a Ottobre. (ogni fine settimana più o meno)

    • Olimpiadi ogni 4 anni, Campionati del Mondo ogni 2 anni, Campionati Europei ogni 2 anni, Campionati Nazionali (dalla categoria cadetti, under 16) ogni anno.

Record mondiale:

    • Donne: 2.09 (1987, Stefka Kostadinova)

    • Uomini: 2.45 (1993, Javier Sotomayor)

Somatotipo:

    • Ectomorfo

Morfotipo:

    • Altezza media: il saltatore dovrebbe essere alto 190-200 cm; le saltatrici dovrebbero essere alte 180-190cm

    • Peso medio: devono essere magri e longilinei, ma con una muscolatura forte e dinamica.

      • Donne intorno ai 59-60 kg

      • Uomini intorno ai 73 kg (*)

Distanza della prestazione:

    • Dipende dalla rincorsa di ogni singolo atleta, non c'è una distanza fissa

Durata:

    • Della competizione: dipende dal numero dei partecipanti

    • Dell’azione: il salto può avere un tempo massimo di 1 minuti; se in gara sono rimaste 2 o 3 atlete, il tempo è di 1 minuto e mezzo; si hanno a disposizione 3 minuti se è rimasto in gara un solo atleta. (per le prove multiple i minuti a disposizioni quando rimane un singolo atleta passano a 2 minuti). Il gesto del salto in sè dura più o meno 8-10 secondi.

Frequenza cardiaca:

Tipologia di lavoro:

    • Ciclico-aciclico complessi

Sistema energetico coinvolto:

    • Anaerobico Alattacido

Alimentazione e idratazione:

    • Dispendio calorico: tabella 3

Tabella 3: Apporti energetici. (G. Caldarone, M. Giampietro 1987)

Capacità motorie:

    • Capacità condizionali:

      • Molto importante è la forza esplosiva nel momento dello stacco.

    • Capacità coordinative:

      • Capacità di ritmo per quanto riguarda la rincorsa

      • Equilibrio quando si è sopra l’asticella

      • Capacità di combinazione dei movimenti.

Abilità motorie:

    • L’obiettivo del salto in alto è superare l’asticella. Rientra nelle abilità discrete, quindi azioni breve con un inizio e una fine ben stabilite. Le principali abilità sono: controllo motorio, mobilità articolare e la coordinazione.

Schemi motori e piani di lavoro:

    • Rincorse in curva piano frontale, passo stacco, stacco finale, arco dorsale. Nel salto in alto, il cambio di direzione che si genera allo stacco si traduce in uno spostamento dell’asse corporeo non sul piano sagittale ma, sul piano laterale

Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzata:

    • Condizionale: nella fase di riscaldamento generale durante i primi minuti

    • Mobilità: nella seconda fase di riscaldamento generale, mobilità articolare

    • Flessibilità: nell'ultima fase di riscaldamento generale, dove si eseguono andature dinamiche e più specifiche per il gesto tecnico

    • Coordinativo:nella prima fase di riscaldamento specifico quando si iniziano con le andature specifiche per il gesto tecnico (passo stacco, corsa in curva)

    • Tecnico (gesto specifico): nell’ultima fase di riscaldamento specifico quando si imita il gesto tecnico e quando si è in pedana

Il riscaldamento dipende molto da persona a persona, dall’età e dal livello di professionismo. Per gli atleti assoluti e d’Elite fa molto anche la componente mentale prima di ogni competizione e durante la competizione.

Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente o discendente):

    • Agonisti:

      • Tibiale anteriore

      • Gastrocnemio

      • Bicipite femorale

      • Grande gluteo

      • Grande psoas

      • Quadricipite

      • Muscoli della zona sacrospinale

      • Trapezio

      • Gran dorsale

      • Erettore della colonna vertebrale

    • Sinergici:

      • Semitendinoso

      • Semimembranoso

      • Medio gluteo

      • Tensore fascia lata

      • Muscolo iliaco

      • Grande psoas

    • Fissatori:

      • Obliquo esterno

      • Obliquo interno

      • Retto addome

      • Quadrato dei lombi

      • Multifido

Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente o discendente):

    • Articolazione tibiotarsica

    • Articolazione del ginocchio

    • Articolazione coxofemorale

    • Sinfisi pubica

    • Atlanto-occipitale

Gesti tecnici di base:

Il salto in alto è costituito da 4 fasi: rincorsa, stacco, valicamento, atterraggio.

    • La rincorsa: obiettivo della rincorsa è quello di consentire la realizzazione di uno stacco efficace al fine di proiettare il centro di gravità il più in alto possibile. La rincorsa avviene con una corsa centrifuga. Di norma essa è costituita da due parti: un primo tratto di tipo rettilineo nel quale ogni passo è un po’ più lungo e veloce di quello precedente; un secondo tratto di tipo curvilineo, dove l’atleta inclina il corpo verso il centro della curva aumentando progressivamente la frequenza del passo.

    • Lo stacco: la fase di stacco rappresenta il momento cruciale del salto, infatti un buon salto dipende essenzialmente da uno stacco efficace, in cui si realizzi la massima elevazione del centro di gravità (c.d.g.). Nell’esecuzione dello stacco occorre realizzare un’estensione completa dell’arto di spinta insieme ad una buona verticalità lungo la linea ideale che va dalla punta del piede di stacco all’estremità del capo. Il piede di stacco è quello più lontano dall’asticella: se, guardando il materasso stacco dalla parte destra di esso, il piede di stacco sarà il sinistro e quindi il piede destro è quello che si stacca per prima da terra.

    • Il valicamento: è l’azione che consente all’atleta di disporsi con il dorso all’asticella ed è realizzata prevalentemente dall’azione di flessione e adduzione dell’arto libero inferiore.

    • L'atterraggio: superata l’asticella con il bacino, si inverte la rotazione per lo svincolo degli arti inferiori, quindi il capo si flette in avanti per prendere contatto sui materassi con la parte alta del dorso.

**per la descrizione completa dei gesti tecnici di base consultare il sito (14) in Bibliografia

Immagine 3: gesto tecnico

Aspetti usuranti:

    • La particolarità del Fosbury Flop rispetto agli altri salti dell’atletica leggera infatti, è legata alla variazione brusca della direzione al momento dello stacco rispetto alla direzione della rincorsa. Esso, altro non è che l’impulso che trasmettendosi attraverso il complesso piede-caviglia, consente al corpo dell’atleta di variare la sua quantità di moto ma soprattutto, la sua direzione. Nel salto in alto il cambio di direzione che si genera allo stacco si traduce in uno spostamento dell’asse corporeo non sul piano sagittale ma, sul piano laterale. Se nel salto in lungo, triplo e con l’asta, si produce un cambio di direzione senza uscire dal piano di movimento fisiologico di flesso-estensione di caviglia, nel Fosbury, l’asse corporeo bascula dalla sua posizione durante la rincorsa (circa 20° di inclinato verso il centro della curva) ad una posizione che supera di pochissimi gradi la verticale. Inoltre, a questo movimento, si associa un movimento associato di rotazione intorno all'asse longitudinale del corpo, che consente all'atleta che si approccia all'asticella, di staccare e passare alla fase di volo con un’inerzia tale da consentirgli di girare le spalle all'asticella. Il problema importante, è che il basculamento dell’asse corporeo e la rotazione del corpo nella fase di volo, vengono generate al momento dell’impulso a terra, da un movimento combinato in eversione e rotazione interna di caviglia, che mettono a dura prova il compartimento legamentoso mediale (interno) della caviglia e dell’articolazione sotto-astragalica. Essendo uno sport asimmetrico, c’è maggior sollecitazione dell’ arto inferiore di stacco.

Infortuni più frequenti (distretto anatomico):

    • Gli infortuni più frequenti avvengono nel momento dello stacco e avvengono all'articolazione tibiotarsica, alla caviglia; inoltre ci sono molte fratture da stress del piede, infiammazione del tendine d’Achille e i il complesso caviglia-piede è soggetto a stress articolare. Nella tabella 4 i dati sono generali riferiti a tutti e 4 i salti.

Tabella 4: analisi dei vari distretti anatomici di infortunio (NI=numero infortuni). Analisi (David D'Souza MB ChB, 1994)

Tabella 5: divisione infortunio per genere. Studio (Michael D. Watson. At all,1987)

Test specifici:

    • Sargeant test: soggetto in stazione eretta, fianco ad una parete con il braccio corrispondente al muro elevato. Si misura l’altezza raggiunta a braccio elevato da fermi. Il soggetto effettua un piegamento sugli arti inferiori, compie un salto in alto cercando di toccare con il braccio vicino alla parete un punto più alto possibile. Il risultato del test sarà dato dalla differenza tra le due altezze.

    • Abalakov test: simile al precedente, ma escludendo lo slancio degli arti superiori. La misurazione è effettuata tramite un nastro scorrevole fissato in vita e al suolo.

    • Salto in alto da fermi: partendo a piedi pari, dando le spalle all’asticella.

    • Salto a forbice: rincorsa o ridotta o completa, valicamento con le gambe tese.

Video-regolamento:

    • Prima dell’inizio della gara, il Primo Giudice deve annunciare ai concorrenti l’altezza iniziale e le diverse altezze alle quali sarà posta l’asticella. Un concorrente può cominciare a saltare a qualunque altezza e può saltare a discrezione a qualsiasi altezza successiva. Ogni atleta ha a disposizione al massimo tre salti per superare ciascuna misura. Tre falli consecutivi, indipendentemente dall'altezza in cui ciascun fallo è avvenuto, escludono da ulteriori tentativi, salvo nel caso di parità per il primo posto. Anche dopo che tutti gli altri concorrenti hanno fallito i tre salti consecutivi, un concorrente è autorizzato a saltare fino a che abbia egli stesso perduto il diritto di gareggiare ancora. Salvo che non sia rimasto in gara un solo concorrente ed egli non abbia vinto la gara, l’asticella non deve mai essere alzata di meno di 2 cm. Una volta che l’atleta ha vinto la gara, l’altezza alla quale viene posta l’asticella verrà decisa dal concorrente. Tutte le misurazioni devono essere fatte, in centimetri interi, perpendicolarmente dal terreno alla parte più bassa del lato superiore dell’asticella. La lunghezza minima della pedana deve essere di 15 metri. La zona di stacco deve essere livellata. La zona di caduta dovrebbe misurare non meno di 5x3 metri. Possono essere usati ritti o sostegni di qualsiasi tipo purché siano rigidi e non devono essere spostati durante la gara. Devono essere alti almeno 10 cm in più rispetto all’altezza massima alla quale può essere elevata l’asticella. La distanza tra i 2 ritti non deve essere minore di 4 metri o maggiore di 4.04m. I supporti per l’asticella debbono essere piani e rettangolari larghi 4 cm e lunghi 6 cm. L’asticella deve essere in fibra di vetro, o altro materiale adatto, ma non di metallo, di sezione circolare, salvo le parti terminali. L’obiettivo per l’atleta è quello di superare con un salto un’asticella, posizionata orizzontalmente ad una certa altezza. Il salto può essere effettuato con qualsiasi tecnica, purché lo stacco da terra avvenga con un piede solo. Un atleta commette fallo se dopo il salto, l’asticella non rimane sui supporti. L’unica differenza tra le gare indoor e outdoor è che, per le gare indoor, quindi su materiale sintetico, la parte di ciascun chiodo che sporge dalla suola e dal tacco non deve superare la lunghezza di 6 mm.

    • Regolamento IAAF

(*) non trovando in bibliografia il peso degli atleti, sono andata a verificare quello dei primi 10 della lista mondiale dell’anno 2019 e ho fatto una media.

Bibliografia:


1. Claudio Scotton (2015) “Classificazione tecnica delle specialità sportive”, Calzetti Mariucci
2. Fidal (2017) “Il nuovo manuale dell’istruttore di Atletica Leggera”, centro studi e ricerche
3. Roberto Ciuni (1984) “Conoscere l’Atletica”, Rizzoli
4. Jürgen Weineck (2009) “L’allenamento ottimale”, Calzetti Mariucci
5. Fidal (2010) “Regolamento tecnico internazionale per le gare di atletica leggera-2010”, Empograph
6. Nunzio Nicosia (2016) “Forza velocità resistenza flessibilità conoscerle ed allenarle”, Libreria Cortina Torino
7. V.G Alabin, M.P Krivonosov (1979), “Le macchine speciali per gli esercizi speciali ed imitativi di salto”, AtleticaStudi
8. Giuliano Corradi1 e Angelo Zamperin(2011),“Principi e metodologia di sviluppo della forza con ’’carichi liberi’’ nel salto in alto. Esercitazioni di base e specifiche per l’alta qualificazione”, AtleticaStudi.
9. Giovanni Caldarone, Michelangelo Giampietro (1987), “I regimi dietetici per gli sport a sforzo breve”, AtleticaStudi
10. BrJ Sp Med (1994)“Track and field athletics injuries - a one-year survey”, David D'Souza MB ChB. Public Health and Epidemiology Department, Birmingham University Medical School, Birmingham, UK
11. Michael D. Watson. at all (1987), “Incidence of injuries in high school track and field athletes and its relation to performance” ability”, From the Division of Orthopaedics and Rehabilitation, Department of Surgery, Southern Illinois University School of Medicine, Springfield, Illinois
12. Piccioni Valerio, (2018) “Olimpiadi 1968, la rivoluzione di Fosbury: quel salto in alto cambiò tutto”, La Gazzetta dello Sport
13. Andrea Benvenuti, 2019 “Il gesto tecnico del saltatore in alto”, AndreaBenvenuti.com
14. Valeria Musso, 2020 “Il salto in Alto Fosbury”, Fidalpiemonte
15. IAAF: International Association of Athletics Federations
16. CIO: Comitato Olimpico Internazionale