1500 Metri piani

MODELLO PRESTATIVO

Sport Individuale

Atletica leggera

1500 metri piani - Mezzofondo veloce


Autore: Mattia Reverdito

Data di immissione del modello: 17/06/2019

Tipologia di sport:

    • I 1500 metri piani sono una specialità sia maschile che femminile dell’atletica leggera, sono considerati una gara di mezzofondo veloce. Sono una disciplina individuale presente ai Giochi olimpici fin dalla prima edizione del 1896 (dal 1972 per quanto riguarda le donne)

Ambiente:

    • Le gare si svolgono sia in ambiente outdoor che indoor. La superfice è il tartan, materiale artificiale a base di poliuretano, il quale garantisce prestazioni migliori rispetto ad altre superfici. Questa specialità, come praticamente tutte quelle dell’atletica leggera, ha un calendario annuale, ovvero si gareggia tutto l’anno.

Materiali:

Obiettivo:

    • L’obiettivo della gara è sconfiggere gli avversari

Difficoltà (da 0 a 5):

    • Capacità condizionale: 5
    • Capacità coordinativa: 3
    • Capacità intellettiva: 2

Inizio pratica agonistica:

    • La FIDAL considera agonisti gli atleti delle seguenti categorie:
      • Ragazzi m/f (12-13 anni)
      • Cadetti m/f (14-15 anni)
      • Allievi m/f (16-17 anni)
      • Juniores m/f (18-19 anni)
      • Promesse m/f (20-21-22 anni)
      • Seniores m/f (23 anni e oltre)

Inizio pratica professionistica:

Sport Olimpico:

Demografia:

    • In Italia, fino al 2018, sono presenti 221.654 atleti tesserati presso la FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), di cui 147.136 uomini e 74.518 donne. La regione con il maggior numero di atleti tesserati è la Lombardia con 50.189, la minore è il Molise con 783.

Frequenza gare:

Record del mondo:

    • Il detentore dell’attuale record del mondo maschile outdoor dei 1500 metri piani è il marocchino Hicham El Guerrouj col con 3’26”00, stabilito a Roma il 14 luglio 1998. L’etiope Genzebe Dibaba detiene quello femminile con 3’50”07 stabilito a Monaco il 17 luglio 2015.
    • Per quanto riguarda l’indoor, il record maschile è dell’etiope Samuel Tefera con 3’31”04, stabilito a Birmingham il 16 febbraio 2019, quello femminile sempre di Genzebe Dibaba con 3’55”17 ottenuto a Karlsruhe il 1’ febbraio 2014.

Somatotipo/morfotipo:

    • Gli atleti mezzofondisti, e ancora di più i fondisti, sono generalmente classificati come ectomorfi, ovvero caratterizzati da muscoli lunghi e arti sottili con un ridotto accumulo di grasso.
    • L’ectomorfo tende al mantenimento di questa struttura morfologica proprio perché non è predisposto all’accumulo di lipidi.Le caratteristiche principali di un atleta ectomorfo sono: struttura fragile, longilineo, esile, ossa sottili, arti lunghi, bassissimi livelli di grasso corporeo.

Morfotipo:

    • In media i mezzofondisti presentano un’altezza di 175 cm e un peso di 60 kg per gli uomini, 170 cm e 50 kg invece per le donne.

Distanza della prestazione:

Durata:

Frequenza cardiaca:

    • La FC max va da un minimo di 188 ad un massimo di 200 battiti al minuto, la FC a riposo va da un minimo di 55 ad un massimo di 65 battiti al minuto di media

Tipologia di lavoro:

    • La tipologia di lavoro è assolutamente ciclica siccome il gesto tecnico resta invariato e viene ripetuto continuativamente fino alla fine della prestazione.

Sistema energetico:

    • Il sistema energetico preponderante è quello aerobico, il corpo utilizza quindi sia glicogeno muscolare sia i grassi, ed in via del tutto eccezionale le proteine. Vi è produzione di acido lattico ma non un accumulo sostanziale. I 1500 metri piani però sono proprio una di quelle gare in cui il sistema energetico dominante passa da anaerobico lattacido ad aerobico, quindi è bene ricordare che il sistema anaerobico con accumulo di acido lattico è presente nella prestazione ma non è dominante

Alimentazione e idratazione:

    • Non c’è un’alimentazione specifica per ogni tipologia di disciplina nell’atletica, si può però consigliare un certo tipo di dieta che aiuti a mantenere elevato il livello di prestazione. Colazione a base di caffè e cereali, pranzo e cena a base di verdure al vapore e pollo alla griglia. Si utilizzano inoltre, durante i giorni di allenamento diversi tipi di snack a base di cioccolato. Per l’idratazione sono consigliate bevande isotoniche, soluzioni a base di acqua e altri elementi dosati che consentono di recuperare i liquidi persi. Queste sostanze contengono elettroliti e il 6-8 % di carboidrati, e per essere definite tale la loro osmolarità (numero di molecole e ioni in 1 L di soluzione) deve essere pari a circa 280-330 mOsm/kg e devono contenere anche zuccheri e sali minerali.

Capacità motorie:

    • Le principali capacità utilizzate nella corsa sono quelle condizionali, ovvero forza, resistenza e velocità. Queste si possono “scomporre” in diverse composizioni quali resistenza alla velocità, agilità, flessibilità, e capacità di salto. Le capacità coordinative, seppur talvolta trascurate, rivestono un ruolo di rilievo nella prestazione, soprattutto ritmizzazione, reazione, equilibrio e differenziazione.

Abilità motorie:

Schemi motori:

    • Correre

Piani di lavoro:

    • Piano sagittale

Riscaldamento comunemente utilizzato:

    • Il riscaldamento generale per un mezzofondista ha inizio con la messa in moto dei gruppi muscolari più voluminosi, come i quadricipiti, tramite intensità di lavoro moderate (60-75% della frequenza cardiaca massima). Ci possono essere aumenti di intensità ma devono durare pochi secondi e non superare la frequenza cardiaca di soglia anaerobica. Questa fase deve avere una durata compresa tra i 15 minuti per i neofiti e i 30 minuti per i più esperti. Al riscaldamento generale seguono esercizi di mobilità articolare eseguiti in modo dinamico, mirati all’ampiezza articolare. Questa fase deve durare 10-15 minuti. Dopodichè si passa agli esercizi di allungamento (stretching), che hanno il compito di ridurre eventuali traumi determinati dall’esecuzione velocizzata di esercizi ad ampi range di movimento. Ogni gruppo muscolare interessato deve essere allenato per 10-15 minuti.

Principali muscoli coinvolti:

    • Analizzando il passo durante la corsa è abbastanza semplice comprendere quali muscoli vengano maggiormente utilizzati durante il movimento. L’azione di spinta dell’arto inferiore è resa possibile dai muscoli posteriori della gamba, principalmente gastrocnemio e soleo, dal muscoli per eccellenza della coscia ovvero il quadricipite femorale, che estende la gamba sulla coscia, e dal grande gluteo, semitendinoso, semimembranoso, bicipite femorale che sono estensori dell’anca e della coscia. Il sollevamento dell’arto in avanti è reso possibile dai muscoli flessori della coscia quali principalmente retto del femore, ileopsoas, sartorio, tensore della fascia lata, pettineo, gracile. Sono presenti poi muscoli che contribuiscono al movimento di questi principali come ad esempio gli ischiocrurali che sono grandi stabilizzatori durante la fase di sostegno-appoggio, oppure il medio e piccolo gluteo che sono sinergici al grande gluteo. Tutto l’arto inferiore perciò è in funzione nell’atto della corsa, ovviamente però ci sono dei muscoli più utilizzati ed altri meno utilizzati durante il movimento.

Principali articolazioni coinvolte:

    • Le articolazioni del bacino sono tra quelle coinvolte durante la corsa, le principali sono le due articolazioni sacro iliache, quella lombo-sacrale e la sacro-coccigea. L’articolazione del ginocchio è altrettanto importante per il movimento. È una delle più complesse del corpo ed è formata dal legamento crociato anteriore o LCA, legamento crociato posteriore o LCP, legamento collaterale mediale o LCM e legamento collaterale laterale LCL. Articolazioni della caviglia e del piede sono anch’esse coinvolte nel movimento, e sono per la prima tibioperoneale distale e tibiotarsica, per il secondo astragalo calcaneare posteriore, astragalo calcaneare scafoidea, calcaneocuboidea, intertarsali, tarso-metatarsali e metatarsali, metatarso-falangee, interfalangee.

Gesti tecnici di base:

Infortuni più frequenti e aspetti usuranti:

    • I maggiori aspetti usuranti e i più alti numeri di infortuni durante questa specialità sono ovviamente collocati nella parte inferiore del corpo, quindi bacino e arti inferiori. Tra i più comuni ricordiamo l’articolazione femoro-rotulea, tibiale anteriore e posteriore, tendine di Achille, tratto ileotibiale, fascite plantare e fratture da stress dei metatarsi e della tibia. Il ginocchio è l’articolazione maggiormente ferita nei corridori a tutte le distanze, le lesioni tendinee sono improvvise, acute e provocano dolori nella parte posteriore della coscia. Le lesioni dell’anca sono invece meno comuni in queste distanze, come quelle riguardanti piedi e caviglie (più frequenti invece nelle lunghe distanze).

Test specifici:

Video-regolamento:

Bibliografia:


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