mxgp

Modello Prestativo

Sport con motori

motocross

MXGP


Autore: Gianluca Olivero

Data di immissione del modello: 26/08/2021

Tipologia di sport:

    • Individuale; squadre unicamente durante il "Cross delle Nazioni"

    • Situazionale

    • Estremo (rischio/attività condizionale)

    • Con motori

Cenni storici:

Le prime apparizioni di questa disciplina sono avvenute in Inghilterra nei primi anni venti, dove le gare venivano chiamate "scrambles". Successivamente i piloti europei importarono questo sport su tutto il continente portando qualche modifica come accorciare il tracciato, aumentare il numero di giri e inserire qualche ostacolo artificiale come i salti.

Inizialmente le moto utilizzate per queste competizioni erano analoghe a quelle adoperate per l'impiego stradale, ma grazie alla crescita della sua popolarità il motocross fu notevolmente utile per l'evoluzione tecnologica dei motocicli.

Nel 1957 nacque il primo campionato del mondo con un'unica categoria: la "500"; nel 1962 venne affiancata anche la categoria "250", entrambe a motori a due tempi (2T).

A differenza della MotoGP, alla quale tutti i piloti più veloci del mondo sono iscritti in un unico campionato del mondo, nel motocross invece ci sono due campionati mondiali: la MXGP e la AMA Supercross. Il primo si disputa maggiormente in Europa con qualche tappa in America Latina e Asia, e tutte le piste sono completamente outdoor; mentre nel Supercross il campionato è interamente disputato in USA e in circuiti unicamente indoor.

Dal 2004 il motocross è stato soggetto a molte modifiche, tra cui l'introduzione dei motori quattro tempi (4T), le quali hanno cambiato drasticamente l'intero panorama mondiale, andando ad aumentare in maniera importante tutti i costi di gestione. Questo ha portato a una diminuzione drastica della partecipazione delle squadre clienti, venendo meno alla spettacolarità di questo sport.

Ad oggi vi sono due federazioni dominanti sullo scenario mondiale del motocross: FIM (federazione internazionale del motociclismo) e AMA (associazione motociclistica americana).

Particolarità:

Questa disciplina è indubbiamente da considerarsi come uno sport individuale; tuttavia, ogni anno, al termine dei due campionati mondiali (MXGP e AMA Supercross), si tiene il Motocross delle Nazioni. Questo evento, che chiude le stagioni dei campionati, è da considerarsi come sport di squadra.

A tale evento partecipano tre piloti per ogni Nazione, uno per ogni categoria (MXGP,MX e Open). Ogni pilota dovrà correre due gare ciascuno. Vince la squadra, quindi la Nazione, che riesce ad ottenere sommariamente più punti.

Ambiente:

    • Outdoor

    • Stagione: da inizio marzo a fine settembre

    • Superficie di gara: sterrato

    • Naturale

Materiali:

    • Strumentazione specifica tecnica:

      • Moto: la cilindrata del motociclo determina la categoria alla quale partecipano i piloti. Negli ultimi anni vi è una netta supremazia, per quanto riguarda titoli attenuti e performance, per la casa austriaca (KTM e Husquarna). Le produzioni giapponesi (Kawasaki, Honda e Yamaha) continuano comunque ad essere quelle più utilizzate, dall'amatoriale fino a raggiungere i piloti professionisti.

      • Motore: mono cilindro 450 cm³ (4T) nella massima serie MXGP; motore mono cilindro 250 cm³ (4T) e mono cilindro 250 cm³ (2T) nella MX 2.

    • Peso: il peso della moto oscilla dai valori minimi di 90 kg per quelle dotate di motore 2 tempi, ai valori massimi di 120 kg per quelle con motore 4 tempi.

      • Potenza: da un minimo di 43 CV ad un massimo di 58 CV (valori di vendita concessionario)

      • Telaio: telaio a culla in alluminio, telaio a mono trave in acciaio, telaio doppio trave in alluminio. Questi sono i diversi tipi di telai che le case produttrici di moto da cross utilizzano sui loro modelli.

Nel motocross, a differenza della Moto GP, le moto che utilizzano i piloti che corrono il mondiale MXGP sono le stesse che si possono acquistare in concessionario. Chiaramente i meccanici dei vari team apportano diverse modifiche per incrementare la performance e per rispondere alle richieste dei propri piloti.

Essendo una competizione che si corre su tracciati sterrati e ricchi di salti, le sospensioni solo costantemente sollecitate ed esse giocano un ruolo fondamentale durante la gara. La moto è dotata di due forcelle rovesciate ammortizzanti (ad olio e/o ad aria) anteriormente, e da un forcellone a molla posteriormente. Essi vengono regolate principalmente rispondendo alle richieste della tipologia di tracciato, dello stile di guida del pilota e dal suo peso.

    • Strumentazione di protezione obbligatoria:

      • Per le classi MXGP e MX2 è obbligatorio l’uso delle protezioni torace CHEST EN 1621-3 livello 2 e Para-schiena EN 1621-2 Livello 2 (Full Back-Central Back-Lower Back)

      • Il casco deve riportare al suo interno l’etichetta dell’omologazione EUROPA ECE- 05 (solo tipo P),USA SNELL M2015,GIAPPONE JIS T 8133 (solo tipo 2)

Queste sono le uniche indicazioni riportate dal regolamento ufficiale FMI inerenti all'abbigliamento obbligatorio. Tuttavia ogni pilota, dall'amatoriale al professionismo, indossa tassativamente:

  • Stivali

  • Ginocchiere

  • Guanti

  • Maschera visiva

  • Trasponder (gps da collocare dietro alla cartella porta numero anteriore per il conteggio dei giri e il tempo)

  • Collare para-collo (questo solo alcuni piloti, scelta personale)

Obiettivo:

    • Punteggio

    • Tempo

I piloti gareggiano per arrivare primi al traguardo. Le gare di Motocross sono composte da due manches, che si disputano la domenica, e in base alla posizione di arrivo si ottengono dei punti. Inoltre, dal 2016, è stato introdotto un nuovo regolamento, il quale riguarda l'introduzione dell'assegnazione dei punteggi anche durante le qualifiche, per rendere più spettacolare e competitiva anche la giornata di sabato. La gara viene vinta quindi dal pilota che riesce ad ottenere un punteggio più alto dalla somma delle due manche più la qualifica. Successivamente vengono assegnati dei punti in base al risultato finale della gara. A questi viene fatto riferimento per l'assegnazione del titolo a fine campionato.

Difficoltà (da 0 a 5):

    • Condizionale: 5

    • Coordinativa: 4

    • Intellettiva: 4

Inizio pratica agonistica (età):

    • 6 anni

Inizio pratica professionistica:

    • 16 anni minimi per accedere al campionato del mondo

Sport non Olimpico:

    • Sport non olimpico perchè ognuno ha un veicolo diverso.

Demografia: quanti lo praticano, chi lo pratica (genere), diffusione geografica:

    • Essendo uno sport motoristico, la prima grande differenza rispetto alla maggior parte degli altri sport sono i costi. Purtroppo questo è un dato che deve essere tenuto in considerazione, dato che ci sono molte famiglie, in Italia come nel Mondo, che non possono permettersi di spendere determinate cifre, o che optano per uno sport meno dispendioso da far praticare al proprio figlio. Nel campionato mondiale i piloti della stagione 2021/2022 sono in totale 72 (35 nella MXGP e 37 nella MX2).

    • Generalmente questo è uno sport che trova terreno più fertile per il genere maschile, sia per quanto riguarda i praticanti che per i propri tifosi/appassionati; ciò nonostante è anche praticato dal genere femminile, tanto da permettere di organizzare e far disputare i mondiali di motocross femminili, la WMX.

    • Per quanto riguarda la diffusione geografica questo sport ha come casa indubbiamente sia l'Europa con la MXGP, che gli USA con AMA Supercross; ma viene praticato a livello mondiale.

Frequenza gare:

    • La frequenza gare durante la stagione varia a secondo del periodo dell'anno e del luogo; di norma assistiamo ad una gara ogni 14 giorni, oppure con più frequenza una gara ogni 7 giorni.

Record mondiale:

    • Attualmente questa disciplina ha come pilota più iridiato della storia Stefan Everts con 10 titoli mondiali nel suo palmares; al secondo posto il "nostro" Antonio Cairoli con 9 titoli. A differenza di Everts, Cairoli è stato il primo, e per ora anche l'unico, a vincere 6 titoli mondiali consecutivamente nella classe regina. Per quanto riguarda la categoria femminile, anche questa volta il record appartiene ad un pilota italiano, Kiara Fontanesi che gode di essere il pilota più vincente dalla nascita di questa categoria (WMX) con ben 6 titoli mondiali alle sue spalle.

Somatotipo:

    • Mesomorfo

Morfotipo:

    • Altezza media: 175,47 cm

    • Peso medio: 76,8 kg

Distanza della prestazione:

    • Essendo gare che non si basano sul numero di giri da percorrere, la lunghezza del circuito è irrilevante. Ogni gara viene svolta facendo gareggiare i piloti per un totale di 30 minuti più due giri finali. Questo peculiarità porta nuovamente una sostanziale differenza tra il mondo del motociclismo su sterrato da quello su asfalto. Tanto è vero che nella Moto GP ogni gara ha un numero di giri di percorrenza diverso in base alla lunghezza del tracciato.

Purtroppo nel mondo della MXGP non vi sono dei dati inerenti alla lunghezza dei tracciati del mondiale. Una giustificazione potrebbe essere data dal fatto che ogni anno molti tracciati apportano sostanziali modifiche.

Durata:

    • Della competizione: la gara consiste nell'effettuare nell'arco della giornata due manches della durata di 30 minuti più 2 giri ciascuna.

Frequenza cardiaca:

    • Fc media: 90-95% FC max

    • Fc min: non disponibile

    • Fc max: 98% FC max

Nel 2008 Tomy Konttinen, Heikki Kyröläinen e Keijo Häkkinen hanno effettuato uno studio per esaminare le risposte fisiologiche e neuromuscolari durante la guida di motocross alla massima velocità individuale insieme ai cambiamenti indotti dalla guida nella produzione massima di forza isometrica. Sette piloti di motocross di livello A (gruppo A) e 5 di classe hobby (gruppo H) hanno eseguito un test di guida di 30 minuti su una pista di motocross. La frequenza cardiaca (FC) è stata mantenuta al livello del 97 +/- 7% del suo massimo nel gruppo A e al 98 +/- 3% nel gruppo H.

Tipologia di lavoro:

    • Aciclico

Sistema energetico coinvolto:

    • Dominante: Aerobico (A)

Senza alcun dubbio il sistema energetico aerobico è quello che viene principalmente utilizzato in questo sport dato che, sia negli allenamenti specifici che nella prestazione di gara, i piloti devono gareggiare ad ogni manche per circa 35 minuti. Stando ai testi scientifici, quando eseguiamo uno sforzo fisico superiore ai 2-3 minuti, il principale sistema energetico alla quale il nostro corpo sta facendo affidamento per la produzione di energia necessaria alla contrazione muscolare e ai vari meccanismi specifici del gesto atletico è il Sistema Aerobico (A). Ciò nonostante i piloti di motocross non si trovano in un sistema costante e uniforme dal punto di vista dello stress fisico. Essi devono riuscire a gestire innanzitutto un motociclo di circa 110 kg in un'ambiente ricco di varianti e mutamenti continui dovuti al tracciato. Stando agli studi effettuati sul sistema cardio-respiratorio duranti gli allenamenti di motocross, si è notato come il muscolo cardiaco, durante l'intera sessione di allenamento, sia sottoposto ad una frequenza di contrazione che si gira intorno al 95% della FC max. Questo dato ci permette di comprendere meglio la mole di stress che i piloti della MXGP devono sottoporsi ad ogni sessione di gara e di allenamento; da esso si deduce inoltre che per reggere un tale sforzo per un tempo così prolungato si debba per forza far affidamento, e in maniera importante, anche al sistema energetico Anaerobico Lattacido (AL).

Alimentazione e idratazione: (assenza di testi scientifici inerenti)

    • Il motocross è uno sport ad alta intensità, la quale viene protratta per circa 35 minuti ad ogni manche durante le competizioni. Il sistema energetico maggiormente coinvolto è quello aerobico per via della durata della prestazione di gara, ciò nonostante esso è supportato dai carboidrati come principale substrato energetico per via delle elevate intensità che devono essere sostenute dall'intero apparato locomotore. Non essendo stati ancora pubblicati dei testi scientifici che facciano riferimento al programma alimentare di un pilota della MXGP dobbiamo basarci sulle dichiarazioni degli stessi piloti e dei loro preparatori atletici.

Capacità motorie: il motocross è uno sport che necessita un livello di preparazione atletica che difficilmente si riscontra in altre discipline sportive. I piloti per essere performanti e per evitare gravi infortuni hanno una preparazione atletica che coinvolge, durante tutto l'anno, diverse capacità motorie. Vediamo quali:

  • Condizionali:

  1. Forza massimale: durante la pausa invernale i piloti prestano più attenzione a questo aspetto, dedicando molto tempo ad un allenamento specifico in palestra con utilizzo di sovraccarichi che partono dal 70% 1RM all'inizio del PPF, fino ad arrivare al 95% 1RM a termine del PPF. Questo tipo di allenamento è volto ad incrementare la forza pure per riuscire a gestire meglio il peso della moto; inoltre serve anche a rinforzare le articolazioni e tutta la strutta muscolo-scheletrica per avere una probabilità più elevata, in caso di incidente, di non correre in gravi infortuni che possano compromettere la stagione. Gli esercizi che fanno da padrone in questo periodo sono i 3 esercizi fondamentali del sollevamento pesi: stacco, squat e panca piana.

  2. Forza resistente: i piloti devono essere capaci di protrarre forti contrazioni muscolari per diverso tempo. Gli allenamenti Crossfit riescono a rispondere bene a queste richieste, con circuiti di 20 o 30 minuti, in cui il corpo deve sopportare forti contrazioni muscolari con brevi recuperi.

  3. Resistenza: è la capacità di resistere a lungo ad un lavoro che impegna più gruppi muscolari, e che prevede un grosso coinvolgimento dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio. Questo tipo di capacità viene principalmente allenata in seguito al periodo dedicato allo sviluppo della forza massimale. I piloti adoperano preferibilmente il ciclismo come mezzo specifico allenante.

  • Capacità coordinative: nei piloti di motocross questa capacità è in grado di fare la differenza, sia dal punto di vista prestativo, che per quando riguarda la prevenzione degli infortuni. I piloti si allenano durante tutto l'anno con esercizi propriocettivi che coinvolgono principalmente gli arti inferiori e le articolazioni ad essi associate: caviglia, ginocchio ed anca. Per allenare la coordinazione, gli esercizi che vengono proposti ai piloti, cercano di ricreare quelle condizioni di instabilità tale per cui è necessario coinvolgere schemi motori che i classici macchinari del fitness eludono quasi completamente. Per tale ragione gli esercizi proposti sono quasi completamente a corpo libero con utilizzo di sovraccarichi (in special modo nel PPS).

  1. Capacità di orientamento spazio-temporale: si tratta di trovare sempre nuove soluzioni in condizioni di movimento in cui la situazione cambia molto velocemente in rapporto ad un determinato spazio. Gareggiando su terreni sterrati, la morfologia del tracciato cambia molto velocemente, anche nell'arco di pochi giri. Cambiando la morfologia, cambiano anche le traiettorie, le insidie dovute ai buchi e alle cosiddette "canale" di percorrenza. Ecco perchè è richiesta un'ottima capacità di orientamento spazio-temporale ai piloti della MXGP, i quali devono essere in grado di trovare una nuova soluzione in tempi molto ridotti che gli consenta di percorrere la traiettoria più conveniente.

  2. Capacità di equilibrio-statico e dinamico: la componente dinamica è nettamente più importante nella preparazione fisica e anche più dominante nella natura di questa disciplina. Essa viene allenata con esercizi propriocettivi di diversa natura, dall' utilizzo delle balance board e balance disc di diversa forma e misura, alle fit ball anch'esse di diverse dimensioni, fino ad allenamenti più specifici e mirati con la mountain bike, il downhill e infine le classiche sedute di allenamento sulla moto da cross in tracciati tecnici.

  3. Capacità di reazione: essa viene allenata cambiando le dinamiche degli esercizi senza preavviso, come afferrare al volo una pallina da tennis mentre si è in equilibrio su una balance board. Un esempio lampante di come questa capacità viene esplicata durante una gara di motocross è quando sulla rampa di atterraggio di un salto un pilota cade, e tutti quelli che lo seguono, per evitare di urtarlo, devono avere la prontezza di cambiare in pochi istanti e poco spazio la loro traiettoria.

Abilità motorie:

    • L'abilità motoria di un pilota di motocross non consiste unicamente nel saper gestire la guida del mezzo in curva e nei tratti rettilinei, ma anche e specialmente nei salti, nelle salite e nelle discese. Con il passare degli anni, le nuove tecnologie hanno cambiato in maniera importante la ciclistica della moto. Di pari passo i piloti hanno rivoluzionato anche il loro modo di guidare. Nelle gare di motocross la differenza tra un pilota ed un altro la si nota anche nella loro abilità di affrontare i salti. Per essere veloci su un salto la cosa fondamentale è riuscire a stare per meno tempo possibile in aria, il che non significa evitare di saltare, ma significa di riuscire a farlo eseguendo quello che in gergo motociclistico si chiama"whip"."Whippare" è quel fenomeno che si osserva quando i piloti durante la fase di volo di un salto riescono a mettere la moto orizzontalmente (di taglio) anzichè la normale posizione verticale. Questo non è semplicemente un gesto altamente spettacolare dal punto di vista scenografico, ma serve anche ad abbassare la traiettoria di volo, permettendo al pilota di essere più veloce. Chiaramente questa non è l'unica abilità che viene richiesta in questo sport, ma sicuramente è la più complessa.

    • Un'altra grande abilità del pilota di motocross è quella di guidare per il minor tempo possibile stando seduti sulla sella. La guida da "in piedi", con estensione delle ginocchia e delle anche, aiuta il pilota nel: assopire i rinculi della moto a seguito della compressione dell'ammortizzatore posteriore, ammortizzare ulteriormente le buche nei tratti veloci, elevare la ruota anteriore sulle waves (serie di dossi che somigliano alle onde) per avere maggiore velocità di percorrenza, darsi una spinta ulteriore in alcuni salti, ed avere una guida più performante nei tracciati tanto sabbiosi come le piste olandesi.

    • Schemi motori:

    • Piani lavoro: principalmente sul piano sagittale e frontale.

Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzata:

    • Mobilità

    • Flessibilità

    • Tecnico (gesto specifico)

    • Coordinativo

Il riscaldamento consiste inizialmente in un riscaldamento generale facendo dagli 8 ai 10 minuti di pedalata sulla cyclette, in seguito una serie di esercizi di mobilità articolare. Partendo dagli arti superiori si eseguono circonduzioni di spalla e polso e tratto cervicale, si passa successivamente al tronco con movimenti di torsione sull’asse longitudinale e circonduzioni di bacino e si conclude con gli arti inferiori con circonduzioni di caviglia e flesso-estensione di ginocchia. Successivamente esercizi di stretching dinamico per le principali catene muscolari, facendo maggiore attenzione agli arti inferiori e avambracci.

Si prosegue con 5 minuti di giri liberi nel tracciato i quali continuano direttamente con le qualifiche.

Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente o discendente):

    • Agonisti:

      • Muscoli dell’avambraccio (in particolare flessori-estensori delle dita e del polso)

      • Bicipite brachiale

      • Gran dorsale

      • Grande e Medio gluteo

      • Muscolo gracile

      • Otturatore esterno

      • Adduttore breve

      • Adduttore lungo

      • Grande adduttore

      • Quadricipite femorale

      • Bicipite femorale

    • Sinergici:

      • Trapezio

      • Gran pettorale

      • Core

      • Tricipite della sura

    • Fissatori:

      • Cuffia dei rotatori

      • Deltoide

      • Tricipite brachiale

      • Grande e Piccolo rotondo

      • Grande e Piccolo romboide

Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente o discendente):

    • Polso

    • Gomito

    • Spalla

    • Anca

    • Ginocchia

    • Caviglia

Gesti tecnici di base:

    • Posizione specifica in curva: estensione del ginocchio con flessione dell'anca sul piano sagittale dell'arto inferiore omolaterale alla curva, pressione sulla pedalina di appoggio dell'arto inferiore controlaterale alla curva, spostamento del baricentro in avanti, adduzione degli arti inferiori sul serbatoio per maggiore controllo del mezzo ed infine inclinazione della moto in direzione della curva posizionando entrambe le ruote all'interno della canala formatasi dal ripetere dei passaggio dei piloti in quel tratto specifico.

  • Posizione di partenza dai cancelletti: i piloti per avere maggiore velocità in partenza ed evitare di impennare la moto e di ribaltarsi adottano la stessa strategia. Per prima cosa vengono compresse le forcelle anteriori per abbassare l'avantreno con il "blocca partenze". Esso non è altro che un piccolo pistoncino che viene azionato manualmente che permette ai piloti di comprimere le forcelle e tenerle bloccate. Esse verranno liberate automaticamente non appena le stesse affronteranno un buco o dosso. Successivamente i piloti si siedono sulla parte più avanzata della sella, con busto e testa proiettati il più possibile in avanti. Solamente un piede poggia a terra e si tratta del piede destro, omolaterale alla pedalina del freno. Quello sinistro invece rimane sulla pedalina, di modo che sia il più vicino possibile alla leva del cambio, permettendo al pilota di ingranare le marce rapidamente.

Una volta partiti, i piloti percorrono i primi metri sempre con la proiezione del busto sull'avantreno. Raggiunta una velocità sufficiente ad evitare l'impennamento della moto, i piloti trasferiscono tutto il loro peso sulla parte più retrostante del veicolo cercando di far aderire maggiormente la ruota posteriore al terreno, incrementando così la trazione e di conseguenza anche la loro velocità.

Aspetti usuranti:

    • Nell'ambiente competitivo ad alti livelli, gli aspetti usuranti sono sia fisici che mentali. I piloti devono affrontare quotidianamente uno stress fisico di alta intensità, seguito anche un alto livello di concentrazione. Il fisico durante le competizioni deve essere in grado di sopportare per più di un ora (divisa in due manches da 30 minuti l'una più due giri), grandi sollecitazioni provocate dalle condizioni avverse del tracciato (salti e buchi in particolare). Oltre a questo aspetto c'è anche da considerare la pressione psicologica, che porta anch'essa ad uno dispendio di energie da non sottovalutare.

Infortuni più frequenti (distretto anatomico):

    • Questo documento mira a valutare gli infortuni del motocross in termini di rapporto infortuni, per un periodo di 12 anni. sono stati valutati retrospettivamente 1.500 incidenti con 1.870 feriti di motociclisti su un gruppo di 15.870 atleti che hanno partecipato a competizioni fuoristrada europee dal 1980 al 1991.

L'incidenza complessiva degli infortuni nel motocross di questo studio è stata di 94,5, mentre le competizioni di cross da stadio hanno avuto un tasso di 150 e il motocross all'aperto un tasso di 76 che rappresenta un rischio di incidente di 22,72 ore di guida. Su un totale di 1.870 feriti, 1076 erano contusioni; Il 27,9% di questi si trovava negli arti superiori, il 26,9% in quelli inferiori, il 21,2% sul tronco e il 16% sul viso. Sono state registrate 450 fratture, il 50,9% agli arti superiori, il 38% a quelli inferiori e il resto alla colonna vertebrale, al torace e al cranio. Le 26 fratture della colonna vertebrale (5,8%) hanno prodotto sequele neurologiche permanenti in otto pazienti. Le lesioni legamentose hanno rappresentato 344 casi con 206 (59,9%) che si sono verificati negli arti inferiori, specialmente sul ginocchio (42,4%). Trauma cranico è stato osservato in 86 casi (5,7% degli incidenti) producendo coma nel 3% e perdita di coscienza nel 14%. Il coinvolgimento degli arti per tutti i tipi di lesioni era più frequente sul lato sinistro (60%). Il motocross è uno sport ad alto rischio: questo studio ha rivelato le modalità e i tipi di lesioni più comuni subiti dai piloti.

  • Un altro studio sottolinea invece un altro tipo di infortunio tipico del motocross, si tratta della sindrome compartimentale dell'avambraccio. Si tratta di una complessa condizione clinica caratterizzata dall’insorgenza di sintomatologia dolorosa nello svolgere un’attività fisica di prolungata durata. In principio è stata evidenziata e studiata nell’arto inferiore di atleti olimpionici ma è di notevole riscontro anche nel distretto dell’avambraccio, in particolar modo nei piloti di moto fuoristrada, nei climbers, e nei canottieri. La sindrome è molto frequente e invalidante. I sintomi sono in primis il dolore, la contrattura dell’avambraccio e l’impossibilità di eseguire correttamente i movimenti volontari, con compromissione anche della sensibilità. Per fare diagnosi di sindrome compartimentale cronica da sforzo nell’avambraccio, oltre all’anamnesi e a un corretto esame clinico eseguito a riposo e con una prova da sforzo, è necessaria l’integrazione con le informazioni date dal valore di pressione intra-compartimentale e dalla risonanza magnetica. Il paziente con diagnosi di sindrome compartimentale cronica dell’avambraccio può essere gestito conservativamente o necessitare il ricorso a un trattamento chirurgico. Le opzioni chirurgiche prevedono la fasciotomia, la fascectomia o la contemporanea associazione di queste. Il ricorso alla chirurgia consente la ripresa dell’attività fisica a livelli agonistici. La tecnica più usata è quella open, che però nel lungo termine mostra segni di recidiva della sintomatologia leggermente superiori di quelli della appena nata tecnica endoscopica.

Test specifici:

Video-regolamento:

Bibliografia:

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Tomi Konttinen, Heikki Kyrolainen, Keijo Hakkinen "Risposte cardiorespiratorie e neuromuscolari alla guida di motocross"

Massimiliano Gollin, "Metodologia della preparazione fisica", Elika Editrice (2014)

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Rodney Womack, CSCS, "Motocross Fitness, the ultimate home training guide for motocross athletes"

Jurgen Weineck, "L'allenamento ottimale", Calzetti Mariucci editori, 2009

Luca Chierici e Alberto Gobbi, Prevenire è meglio che curare, Motocross, Editrice Diamante S.C.G. marzo 2021.

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