Golf

Modello Prestativo

Sport di precisione

GOLF


Autore: Tommaso Cafasso

Data di immissione del modello: 17/06/2020

Tipologia di sport:

    • Individuale/a squadre
    • Non situazionale
    • Di precisione
    • Con strumento: Bastone da golf (vedi sezione "Materiali")
    • Di intelletto

Ambiente:

    • Outdoor
    • Stagione: Aprile - Novembre (in Europa)
    • Superficie di gara: erba regolata ad altezze differenti così da distinguere zone con erba molto bassa in cui risulta più facile giocare (Fairway) e zone con erba più alta che ostacolano il giocatore nel colpire la palla (Rough), vi è poi una zona in prossimità della buca in cui l'altezza dell'erba è minima (Green); sono inoltre presenti ostacoli d'acqua (laghi e piccoli corsi d'acqua) e ostacoli di sabbia (Bunker).
    • Artificiale

Materiali:

    • Strumentazione specifica tecnica:
      • Bastone da golf: si compone di 3 parti: impugnatura (Grip), canna di lunghezza variabile (Shaft) e testa. I bastoni differiscono per 2 fattori: lunghezza e materiale dello shaft e angolo di inclinazione della faccia rispetto alla verticale (Loft): uno shaft più lungo permette di coprire distanze maggiori, un loft di grado superiore permetterà una traiettoria maggiormente parabolica e un maggiore backspin (rotazione della pallina in senso contrario rispetto al moto), che garantisce più precisione al momento dell'atterraggio. I bastoni possono essere suddivisi in: "legni", bastoni più lunghi e con poco loft, utilizzati per coprire distanze maggiori; "ferri", bastoni di lunghezza decrescente e loft crescente, permettono colpi più precisi ma più corti; "putter", bastone con shaft molto corto, loft estremamente ridotto per far rotolare la palla senza alzarla da terra, utilizzato sul green per imbucare.
      • Sacca: contenitore trasportabile in cui il golfista ripone i bastoni (e altro materiale) mentre si sposta sul campo dopo aver effettuato un colpo, durante una competizione ogni giocatore può portare con sè un numero massimo di 14 bastoni a sua scelta.
      • Pallina: deve rispettare alcuni parametri: il diametro non può essere inferiore a 42,67mm e la sua massa non può superare i 45,93g. La superficie della palla è caratterizzata da fossette (Dimples) che possono variare per numero e forma e influenzano in modo importante l'aerodinamica. La struttura e i materiali della pallina da golf possono presentare differenze significative, che conferiscono alla stessa particolari proprietà, così che ciascun golfista possa scegliere la palla con le caratteristiche più funzionali al proprio gioco.
      • Tee: supporto in legno o plastica che viene piantato nel terreno e sul quale viene collocata la pallina per effettuare il primo colpo di ogni buca.
      • Guanto: può essere utilizzato dal giocatore per migliorare il grip, viene indossato sulla mano non dominante, che è quella che per prima impugna il bastone e alla quale viene sovrapposta la mano dominante.
      • Scarpe con tacchetti: possono essere utilizzate dall'atleta per migliorare la stabilità.
    • Strumentazione di protezione obbligatoria:
      • Non vi è obbligo di indossare strumentazione protettiva, l'abbigliamento del golfista non è soggetto a regolamentazione, ma frequentemente i club o il regolamento delle competizioni impongono determinati dress code.
Immagine 1: composizione bastone.
Immagine 2: tipologie di bastoni: (da sinistra) ferro, legno, ibrido, putter.
Immagine 3: sacca da golf.
Immagine 4: bastone, pallina, tee.
Immagine 5: guanto.
Immagine 6: scarpa con tacchetti.

Obiettivo:

    • Punteggio: esistono diverse formule di competizione:
      • Stroke Play: vengono contati i colpi eseguiti dal giocatore tenendo in considerazione l'handicap dello stesso, esistono 2 varianti per tale formula:
        • Medal: si segnano i colpi eseguiti a ogni buca e il giocatore che conclude il giro con meno colpi vince;
        • Stableford: viene assegnato un punteggio in base ai colpi eseguiti per completare la buca, rende più facile recuperare una buca difficile ed è sempre più usata in ambito dilettantistico;
      • Match Play: il giocatore che imbuca in meno colpi vince la buca, al termine del giro vince la gara chi ha vinto più buche;
      • A squadre: esistono numerose formule per le gare a squadre, quelle elencate sono le più comuni:
        • Four Ball: ogni giocatore gioca in coppia con un altro giocatore, ciascuno gioca la propria palla e al termine della buca viene considerato solo il punteggio migliore ottenuto dalla coppia;
        • Foursome: i due giocatori che compongono la coppia si alternano nel colpire la palla, l'alternanza riguarda anche i primi colpi dal tee, per cui un giocatore eseguirà il primo colpo nelle buche dispari e il compagno in quelle pari;
        • Louisiana: ogni squadra può essere composta da un minimo di 2 giocatori a un massimo di 5, tutti i giocatori del team giocano la propria palla dallo stesso punto e viene scelto sempre il miglior colpo effettuato.

Difficoltà (da 0 a 5):

    • Condizionale: 1
    • Coordinativa: 5
    • Intellettiva: 4

Inizio pratica sportiva ludico-ricreativa (età):

    • 6 anni

Inizio pratica agonistica:

    • 8 anni

Inizio pratica professionistica:

    • Non è legata a fattore anagrafico, ma è determinata dal raggiungimento di requisiti, quali: handicap inferiore al valore stabilito dalla singola federazione e superamento di una selezione.

Sport Olimpico:

    • Sport Olimpico: il Golf è stato disciplina olimpica alle edizioni di Parigi 1900 e St.Louis 1904, è stato reintrodotto all'edizione di Rio de Janeiro 2016 ed è una delle discipline previste per i Giochi di Tokyo 2020.

Demografia (riferita all'anno 2015):

    • In Europa: 4.200.000 praticanti, 23,5% donne e 4,2% Junior
    • In Italia: 91.713 praticanti, 22,8% donne e 9,7% Junior

Frequenza gare:

    • Il calendario è denso di competizioni sia a livello dilettantistico sia professionistico, in uno stesso mese si tengono numerose competizioni alle quali un atleta può partecipare; le competizioni vengono organizzate a livello nazionale dalle singole federazioni, a livello internazionale da organismi, quali: "European Tour" e "PGA Tour".

Record mondiale:

    • Tiger Woods ha mantenuto la posizione n.1 nel World Golf Rankings per 683 settimane ed è stato presente nella World Top 10 per 860 settimane.

Somatotipo:

    • Mesomorfo
    • Ectomorfo
    • Endomorfo

Morfotipo (media ranking 1-100 European Tour: Race to Dubai):

    • Altezza: 1,82m (Maschi), dato non disponibile (Femmine)
    • Peso: 78,86kg (Maschi), dato non disponibile (Femmine)
    • BMI: 23,82 (Maschi), dato non disponibile (Femmine)

Distanza della prestazione:

    • Percorso 18 buche: 5000-7000m

Durata:

    • Della competizione: 18 buche: 4-6h; le competizioni più importanti possono prevedere fino a 4 giri di 18 buche, divisi in 4 giorni
    • Dell’azione: 0,86s backswing, 0,23s downswing (media per giocatori d'elite), complessivamente inferiore ai 2s dalla fase iniziale (Take away) alla conclusione del movimento (Finish)

Frequenza cardiaca:

    • Fc media: stimata intorno al 50% della Fc massima; è stata effettuata rilevazione diretta mediante Apple Watch Serie 4 durante una sessione di allenamento su percorso di 9 buche, durante il suddetto test la Fc media è stata di 85bpm, da questo dato si è ipotizzato che durante un percorso di lunghezza doppia svolto con maggiore pressione psicologica dovuta alla competizione, si sarebbe potuta registrare una Fc media di 100 bpm
    • Fc min.: stimata tra il 35% e il 40% della Fc massima; durante il test già citato si è registrata una Fc min. di 60bpm, con ragionamenti analoghi a quelli precedentemente spiegati si è ritenuto ragionevole ipotizzare una Fc min. di 70-75 bpm
    • Fc max.: stimata tra il 60% e il 65% della Fc massima; durante il test già citato si è registrata una Fc max. di 110bpm, con ragionamenti analoghi a quelli precedentemente spiegati si è ritenuto ragionevole ipotizzare una Fc max di 120-125bpm

N.B: La Fc è fortemente influenzata dalle condizioni atmosferiche, dalla tipologia di percorso (pianeggiante/collinare) e dalla situazione emotiva (allenamento/gara), risulta pertanto estremamente difficile effettuare una stima attendibile; per indicare una percentuale rispetto a una ipotetica Fc max. occorre stimare quest'ultima attraverso calcolo matematico (Es.: 220 - età) e, come è noto, tale modalità fornisce un valore potenzialmente molto diverso da quello reale. Pertanto i dati riportati, pur essendo stati ottenuti con valutazione diretta e supportati da opportuni riferimenti bibliografici (vedi sezione "Bibliografia") potrebbero non rappresentare la realtà in modo ottimale.

Tipologia di lavoro:

    • Aciclico

Sistema energetico coinvolto:

    • Aerobico: durante la competizione l'atleta percorre la distanza lungo la quale si estendono le 18 buche (5-7km) in un tempo di 4-6h, con una Fc media del 50% rispetto alla Fc massimale
    • Anaerobico alattacido: lo swing viene svolto in meno di 2s e consiste in un'azione a elevatissima velocità che nella sua realizzazione utilizza come substrato energetico l'ATP intramuscolare e il creatinfosfato. Non si verifica consumo di ossigeno nè accumulo di acido lattico

Alimentazione e idratazione:

    • Dispendio calorico: stimato 1500-2000 cal per un percorso di 18 buche; è stata effettuata rilevazione diretta mediante utilizzo di Apple Watch Serie 4 durante una sessione di allenamento su percorso di 9 buche completato in 2 h: 740 cal.
    • Media litri persi: non è possibile fornire un dato preciso; un test effettuato nel mese di luglio su percorso di 9 buche ha registrato una riduzione del peso del golfista di 1kg. Durante lo svolgimento del test l'atleta ha bevuto 1l di acqua. Risulta evidente come la perdita di acqua sia significativa durante una competizione, considerando la distanza che l'atleta percorre e il tempo che lo stesso può rimanere esposto al sole. La quantità di liquido dispersa risulta inoltre fortemente influenzata da fattori, quali: umidità e temperatura.

Capacità motorie:

    • Capacità condizionali:
      • Forza rapida
      • Flessibilità

L'azione con cui il golfista colpisce la palla è caratterizzata da elevata velocità (vedi sezione "Durata dell'azione") e porta gli arti superiori a raggiungere ampiezze articolari importanti. La potenza prodotta durante lo swing è fortemente influenzata dallo "stretch shortening cycle", ovvero dal rapido passaggio da una contrazione muscolare eccentrica a una concentrica, che procura un considerevole accumulo di energia elastica nei muscoli e nei tendini coinvolti nel movimento. Appare pertanto evidente come la forza rapida e la flessibilità abbiano importanza centrale per un golfista: in ambito preventivo per ridurre il rischio di traumi articolari e muscolo-tendinei, in ambito prestativo per migliorare la potenza del colpo.

    • Capacità coordinative:
      • Accoppiamento e combinazione dei movimenti
      • Coordinazione oculo-muscolare
      • Equilibrio
      • Ritmizzazione

L'atleta deve essere in grado di combinare il movimento degli arti superiori con la rotazione del busto e del bacino; risulta inoltre importante la capacità di dosare la forza muscolare prodotta con la distanza che la palla deve coprire e di far percorrere alla stessa la traiettoria ritenuta migliore; un altro aspetto importante è il mantenimento dell'equilibrio durante tutto il gesto così da colpire la palla nelle migliori condizioni possibili e ridurre al minimo il rischio di errore; l'ultima capacità citata ricopre un'importanza cruciale nella riuscita del gesto: il movimento deve essere eseguito con elevata velocità per i motivi spiegati, ma con un ritmo preciso, acquisito e consolidato, così da avere il completo controllo sull'esecuzione, dal momento che un brusco cambiamento nel ritmo può pregiudicare l'efficacia del gesto, portando a errori di grande entità.

Abilità motorie:

    • Swing (gesto tecnico specifico della disciplina, vedi sezione "Gesti tecnici di base"): diviso in 8 fasi:
    1. Address: posizionamento di fronte alla pallina cercando la massima stabilità senza compromettere la mobilità necessaria per compiere correttamente la rotazione;
    2. Take away: fase iniziale del movimento;
    3. Backswing: fase di caricamento;
    4. Apice del backswing: momento preciso in cui termina la rotazione di caricamento;
    5. Transizione: momento in cui la parte inferiore del corpo inizia il contromovimento in direzione della palla, questo avviene prima ancora che sia terminato il backswing, così da generare più potenza tramite la maggiore torsione del corpo;
    6. Downswing: fase di rotazione verso la palla fino all'impatto;
    7. Follow Through: fase di decelerazione successiva all'impatto;
    8. Finish: posizione finale del movimento.
Immagine 7: sequenza swing: (da sinistra) address, take away, backswing, apice del backswing e transizione, downswing, impatto, follow through, finish.

Schemi motori:

    • Di base:
      • Camminare
      • Afferrare
    • Complessi:
      • Colpire una pallina con uno strumento

Piani di lavoro:

    • Frontale
    • Trasversale
    • Sagittale

Lo swing è un movimento che si svolge su tutti e 3 i piani. Per giocare colpi particolari (vedi sezione "Gesti tecnici di base") il golfista può ridurre l'ampiezza dello swing così da conferire specifiche caratteristiche alla fase di volo e/o rotolamento della palla, in queste situazioni il movimento potrebbe non avvenire su tutti e 3 i piani (es.: Il Putt è un colpo che si svolge unicamente sul piano frontale).

Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzata (ordine cronologico):

    • Mobilità
    • Flessibilità
    • Condizionale
    • Coordinativo
    • Tecnico (gesto specifico)

Il riscaldamento segue in modo molto preciso le linee definite dalle ricerche prodotte dal 2000 a oggi. Inizialmente vengono svolti esercizi finalizzati a migliorare la mobilità articolare e a migliorare la funzione lubrificante svolta dal liquido sinoviale sull'articolazione. Il secondo step consiste in un lavoro di rilascio mio-fasciale e stretching, dapprima passivo (qualora lo si voglia utilizzare) e successivamente dinamico, che risulta apportare effetti positivi sulla stiffness miotendinea riducendo le alterazioni prodotte dallo stretching statico sulle strategie di controllo motorio e di riflesso da stiramento operate da fusi neuromuscolari e organi del Golgi. A questo segue una graduale attivazione muscolare, dapprima selettiva e successivamente globale, così da ottimizzare le sinergie muscolari e preparare le catene muscolari al gesto specifico. Possiamo quindi affermare che riscaldamento condizionale e coordinativo siano in realtà sovrapponibili, fatta eccezione per la prima parte di attivazione selettiva. L'ultima parte del riscaldamento è dedicata al gesto specifico, così da continuare il riscaldamento condizionale e coordinativo utilizzando un elemento tecnico completo o parziale (es: i mezzi colpi, meno faticosi, possono precedere i colpi completi) per completare la preparazione fisica dell'atleta e farlo entrare il più possibile in sincronia.

Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente):

    • Agonisti:
      • Tibiale anteriore
      • Soleo
      • Gastrocnemio
      • Quadricipite femorale
      • Bicipite femorale
      • Grande gluteo
      • Adduttore lungo
      • Grande adduttore
      • Obliquo esterno dell'addome
      • Grande pettorale
      • Grande dorsale
      • Deltoide
      • Trapezio
      • Bicipite brachiale
      • Tricipite brachiale
    • Sinergici:
      • Peroniero lungo
      • Semitendinoso
      • Semimembranoso
      • Medio gluteo
      • Sartorio
      • Gracile
      • Pettineo
      • Piccolo adduttore
      • Obliquo interno dell'addome
      • Dentato anteriore
      • Piccolo pettorale
      • Grande rotondo
      • Piccolo rotondo
      • Grande romboide
      • Piccolo romboide
      • Infraspinato
      • Sovraspinato
      • Sottoscapolare
      • Brachiale
      • Brachioradiale
      • Pronatore rotondo
    • Fissatori:
      • Ileopsoas
      • Trasverso dell'addome
      • Retto dell'addome
      • Quadrato dei lombi
      • Erettori della colonna (spinale, lunghissimo, ileocostale)
      • Flessori del polso
      • Estensori del polso

Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente):

    • Caviglia:
      • Tibio-tarsica
      • Tibio-peroneale distale
    • Ginocchio:
      • Femoro-rotulea
      • Femoro-tibiale
    • Anca:
      • Coxo-femorale
    • Colonna vertebrale:
      • Intervertebrali (tra corpi vertebrali con interposizione dei dischi intervertebrali)
      • Zigapofisarie (tra faccette articolari)
      • Atlanto-epistrofeica (tra C2 e C1) e atlanto-occipitale (tra C1 e osso occipitale)
    • Cingolo scapolare:
      • Gleno-omerale (spalla)
      • Acromio-clavicolare
      • Sterno-clavicolare
    • Gomito:
      • Omero-ulnare
      • Omero-radiale
      • Radio-ulnare prossimale
    • Polso:
      • Radio-ulnare distale e radio-carpica

Gesti tecnici di base:

    • Colpi lunghi: effettuati con i "legni" o con "ferri" con shaft più lungo e loft minore, hanno l'obiettivo di ridurre il più possibile la distanza che separa la palla dal green e quindi dalla buca; la maggiore lunghezza del colpo può influire negativamente sulla precisione dello stesso; il colpo più lungo che può essere giocato è il "Drive", solitamente utilizzato dal tee di partenza come primo colpo soprattutto su buche lunghe.
    • Colpi corti: effettuati con "ferri" dallo shaft più corto e loft maggiore, che garantisce una traiettoria più parabolica, un maggiore backspin e quindi un'estrema precisione del colpo; vengono utilizzati soprattutto per giocare la palla in green il più vicino possibile alla buca oppure per risolvere situazioni di gioco complicate, ad esempio quando la palla finisce nel rough o in un bunker. Il golfista può modificare lo swing nell'esecuzione dei colpi corti, per conferire al colpo particolari caratteristiche nella fase di volo e/o rotolamento della pallina:
      • Pitch: colpo che fa alzare molto la palla e la arresta appena tocca terra; usato quando tra la palla e il green si trova un ostacolo da superare durante la fase di volo (bunker, ostacolo d'acqua...) riducendo il più possibile o annullando la fase di rotolamento della pallina dopo che la stessa ha preso contatto con la superficie del green;
      • Chip: colpo basso che riduce sensibilmente la fase di volo in favore della fase di rotolamento; solitamente giocato a bordo green.
    • Putt: colpo eseguito sul green con un apposito bastone (vedi sezione "Materiali") e swing estremamente ridotto (non si verifica torsione del busto nè fase di allontanamento del bastone dal terreno), realizzando un movimento simile a quello di un pendolo; la palla si muove verso la buca esclusivamente per rotolamento, non si verifica fase di volo.

Aspetti usuranti:

    • Sport Asimmetrico
    • Gesto aciclico che prevede il raggiungimento di angoli articolari molto ampi e significative accelerazioni che producono forze di tipo centrifugo importanti in particolare sull'articolazione gleno-omerale. (Vedi sezione "Infortuni più frequenti: Spalla")
    • Rotazioni ripetute lungo l'asse longitudinale che pongono uno stress importante a livello della colonna. (Vedi sezione "Infortuni più frequenti: Colonna vertebrale")
    • Extrarotazione dell'arto inferiore controlaterale rispetto all'arto superiore dominante con piede fisso a terra durante la fase di finish. (Vedi sezione "Infortuni più frequenti: Caviglia")
    • Rotazione dei condili femorali sul piatto tibiale a ginocchio parzialmente flesso. (Vedi sezione "Infortuni più frequenti: Ginocchio")
    • Trasmissione delle vibrazioni generate dall'impatto con la pallina su mano, polso e gomito, che possono portare a infortuni da usura e fenomeni infiammatori. (Vedi sezione "Infortuni più frequenti: Gomito e Polso")

Infortuni più frequenti (classificazione ascendente per distretto anatomico):

    • Caviglia: durante la fase di finish il piede controlaterale rispetto all'arto superiore dominante rimane fisso a terra (tale posizione risulta enfatizzata dall'utilizzo di scarpe con tacchetti), mentre femore e tibia eseguono un movimento di extrarotazione. Questa rotazione produce un forte stress sui legamenti del comparto laterale dell'articolazione tibio-tarsica (legamento peroneo-astragalico anteriore, legamento peroneo-astragalico posteriore e legamento peroneo-calcaneare), che possono subire danneggiamenti nel tempo, producendo una maggiore instabilità della caviglia e portando a sintomatologia dolorosa.
    • Ginocchio: durante lo swing si verifica un'importante rotazione delle anche, che portano a una rotazione assiale dei condili femorali rispetto al piatto tibiale. Queste sollecitazioni protratte nel tempo possono produrre un'eccessiva usura cartilaginea oltre che uno stress a carico delle strutture legamentose e dei menischi, con conseguente dolore.
    • Anca: l'esecuzione dello swing sottopone l'articolazione coxo-femorale a forze importanti, che devono essere assorbite dalla muscolatura della regione del gluteo e dai muscoli adduttori degli arti inferiori. Uno squilibrio di forza tra questi due distretti o una scarsa capacità di stabilizzare l'articolazione porta inevitabilmente a una maggiore usura articolare e incrementa il rischio che l'atleta subisca infortuni.
    • Colonna vertebrale: il movimento rotazionale che esegue il golfista attorno all'asse longitudinale del proprio corpo mantenendo il busto inclinato anteriormente produce delle forze considerevoli a carico della colonna. Risulta pertanto fondamentale per l'atleta conservare un livello di forza ottimale dei muscoli del core per garantire stabilità al sistema e prevenire dolori alla schiena, una problematica assai diffusa tra i golfisti, soprattutto di livello amatoriale.
    • Spalla: il gesto tecnico porta l'atleta a raggiungere angoli articolari estremi e le forti accelerazioni che vengono prodotte portano un significativo grado di stress sull'articolazione gleno-omerale. Tale distretto è soggetto a infortuni da overuse che portano a fenomeni infiammatori (tendiniti e borsiti) e a infortuni di tipo traumatico (lesioni muscolari) spesso dovuti a una scarsa flessibilità e una conseguente incapacità da parte del muscolo di sopportare un'intenso sforzo eccentrico. Questo determina la necessità per il golfista di mantenere una buona mobilità articolare, un'elevata flessibilità, che risulta determinante per le contrazioni eccentriche e l'energia elastica che caratterizzano il gesto, e un adeguato tono delle componenti di stabilizzazione attiva della spalla, i muscoli che compongono la cuffia dei rotatori, che si oppongono alla forza centrifuga agente sulla gleno-omerale.
    • Gomito: le vibrazioni prodotte dall'impatto tra la testa del bastone e la pallina possono portare col tempo a fenomeni infiammatori e degenerativi a carico delle componenti tendinee del gomito, in particolare dei muscoli estensori del polso che originano dall'epicondilo laterale dell'omero e dei muscoli flessori del polso che originano dall'epitroclea. Un aspetto curioso consiste nel fatto che sia stata rilevata tra i golfisti una maggiore incidenza di epicondiliti (note come "gomito del tennista") rispetto alle epitrocleiti (note come "gomito del golfista").
    • Polso: il fenomeno di trasmissione delle vibrazioni generate dall'impatto con la palla già riportato per il gomito può portare a situazioni analoghe a carico delle componenti tendinee di polso e mano.

Test specifici:

    • Valutazione posturale:
      • Visiva:
        • Piede
        • Bacino
        • Schiena
        • Spalle
      • Posturografica:
        • Distribuzione pressione arti inferiori
    • Valutazione antropometrica
    • Valutazione osteopatica:
      • Mobilità articolare
    • Valutazione flessibilità:
      • Seat and reach test
      • Stand and reach test
    • Valutazione funzionale:
      • Stabilità dinamica
      • Equilibrio monopodalico
      • Overhead squat test
    • Valutazione potenza aerobica (VO2Max):
      • Test di Cooper

Bibliografia:


Burden A.M., Grimshaw P.N., Wallace E.S. Hip and shoulder rotations during the golf swing of sub-10 handicap players. J Sports Sci. 1998;16(2):165‐176. doi:10.1080/026404198366876
Hume P.A., Keogh J., Reid D. The role of biomechanics in maximising distance and accuracy of golf shots. Sports Med. 2005;35(5):429‐449. doi:10.2165/00007256-200535050-00005
Martini F., Timmons M.J., Tallitsch R.B., Anatomia umana, EdiSES s.r.l., Napoli, V edizione, 2012, pp. 220-235
Murase Y., Kamei S., Hoshikawa T., Heart rate and metabolic responses to participation in golf, J Sports Med Phys Fitness, Settembre 1989, 29(3): 269-72
Palacios-Jansen K., 10 common golf injuries, Golf Fitness Magazine, 10 Marzo 2009
Torres-Ronda L., Sánchez-Medina L., González-Badillo J.J. Muscle strength and golf performance: a critical review. J Sports Sci Med. 2011;10(1):9‐18
Weineck J., Biologia dello sport, Calzetti & Mariucci Editori, Perugia, I edizione, 2013
Carroll M., X-Factor Essentials: What It Is And How To Train It, mytpi.com, 4 Agosto 2015
Golf Course Association Europe - European Golf Statistics
Ranking European Tour - Race to Dubai
Regolamento Sanitario della FIG - Federazione Italiana Golf