Autore: Tommaso Cafasso
Data di immissione del modello: 17/06/2020
Tipologia di sport:
Ambiente:
Materiali:
Obiettivo:
Difficoltà (da 0 a 5):
Inizio pratica sportiva ludico-ricreativa (età):
Inizio pratica agonistica:
Inizio pratica professionistica:
Sport Olimpico:
Demografia (riferita all'anno 2015):
Frequenza gare:
Record mondiale:
Somatotipo:
Morfotipo (media ranking 1-100 European Tour: Race to Dubai):
Distanza della prestazione:
Durata:
Frequenza cardiaca:
N.B: La Fc è fortemente influenzata dalle condizioni atmosferiche, dalla tipologia di percorso (pianeggiante/collinare) e dalla situazione emotiva (allenamento/gara), risulta pertanto estremamente difficile effettuare una stima attendibile; per indicare una percentuale rispetto a una ipotetica Fc max. occorre stimare quest'ultima attraverso calcolo matematico (Es.: 220 - età) e, come è noto, tale modalità fornisce un valore potenzialmente molto diverso da quello reale. Pertanto i dati riportati, pur essendo stati ottenuti con valutazione diretta e supportati da opportuni riferimenti bibliografici (vedi sezione "Bibliografia") potrebbero non rappresentare la realtà in modo ottimale.
Tipologia di lavoro:
Sistema energetico coinvolto:
Alimentazione e idratazione:
Capacità motorie:
L'azione con cui il golfista colpisce la palla è caratterizzata da elevata velocità (vedi sezione "Durata dell'azione") e porta gli arti superiori a raggiungere ampiezze articolari importanti. La potenza prodotta durante lo swing è fortemente influenzata dallo "stretch shortening cycle", ovvero dal rapido passaggio da una contrazione muscolare eccentrica a una concentrica, che procura un considerevole accumulo di energia elastica nei muscoli e nei tendini coinvolti nel movimento. Appare pertanto evidente come la forza rapida e la flessibilità abbiano importanza centrale per un golfista: in ambito preventivo per ridurre il rischio di traumi articolari e muscolo-tendinei, in ambito prestativo per migliorare la potenza del colpo.
L'atleta deve essere in grado di combinare il movimento degli arti superiori con la rotazione del busto e del bacino; risulta inoltre importante la capacità di dosare la forza muscolare prodotta con la distanza che la palla deve coprire e di far percorrere alla stessa la traiettoria ritenuta migliore; un altro aspetto importante è il mantenimento dell'equilibrio durante tutto il gesto così da colpire la palla nelle migliori condizioni possibili e ridurre al minimo il rischio di errore; l'ultima capacità citata ricopre un'importanza cruciale nella riuscita del gesto: il movimento deve essere eseguito con elevata velocità per i motivi spiegati, ma con un ritmo preciso, acquisito e consolidato, così da avere il completo controllo sull'esecuzione, dal momento che un brusco cambiamento nel ritmo può pregiudicare l'efficacia del gesto, portando a errori di grande entità.
Abilità motorie:
Schemi motori:
Piani di lavoro:
Lo swing è un movimento che si svolge su tutti e 3 i piani. Per giocare colpi particolari (vedi sezione "Gesti tecnici di base") il golfista può ridurre l'ampiezza dello swing così da conferire specifiche caratteristiche alla fase di volo e/o rotolamento della palla, in queste situazioni il movimento potrebbe non avvenire su tutti e 3 i piani (es.: Il Putt è un colpo che si svolge unicamente sul piano frontale).
Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzata (ordine cronologico):
Il riscaldamento segue in modo molto preciso le linee definite dalle ricerche prodotte dal 2000 a oggi. Inizialmente vengono svolti esercizi finalizzati a migliorare la mobilità articolare e a migliorare la funzione lubrificante svolta dal liquido sinoviale sull'articolazione. Il secondo step consiste in un lavoro di rilascio mio-fasciale e stretching, dapprima passivo (qualora lo si voglia utilizzare) e successivamente dinamico, che risulta apportare effetti positivi sulla stiffness miotendinea riducendo le alterazioni prodotte dallo stretching statico sulle strategie di controllo motorio e di riflesso da stiramento operate da fusi neuromuscolari e organi del Golgi. A questo segue una graduale attivazione muscolare, dapprima selettiva e successivamente globale, così da ottimizzare le sinergie muscolari e preparare le catene muscolari al gesto specifico. Possiamo quindi affermare che riscaldamento condizionale e coordinativo siano in realtà sovrapponibili, fatta eccezione per la prima parte di attivazione selettiva. L'ultima parte del riscaldamento è dedicata al gesto specifico, così da continuare il riscaldamento condizionale e coordinativo utilizzando un elemento tecnico completo o parziale (es: i mezzi colpi, meno faticosi, possono precedere i colpi completi) per completare la preparazione fisica dell'atleta e farlo entrare il più possibile in sincronia.
Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente):
Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente):
Gesti tecnici di base:
Aspetti usuranti:
Infortuni più frequenti (classificazione ascendente per distretto anatomico):
Test specifici:
Video-regolamento:
Bibliografia: