Autore: Nicolò Aliberti
Data di immissione del modello: 02/07/2019
Foto di Harlie Raethel su Unsplash
Tipologia di sport :
Individuale
Situazionale
estremo (rischio/attività condizionale)
con motori
Ambiente:
Outdoor
Stagione: Da Marzo a Novembre
Superficie di gara: Asfalto
Artificiale
Cenni storici
La classe Moto2 è stata introdotta nel 2010 come sostituto della categoria 250cc nel campionato del mondo di motociclismo su strada. Prima del 2010, la classe 250cc era parte del campionato dal 1949. Ecco alcuni cenni storici interessanti riguardanti i campionati del mondo Moto2.
Motomondiale 250cc (1949-2009): La classe 250cc era caratterizzata da moto con motori a due cilindri e ha visto molti piloti di talento competere per il titolo. Alcuni dei nomi più famosi includono Phil Read, Max Biaggi, Dani Pedrosa e molti altri. In totale, 22 campionati sono stati vinti da 13 piloti italiani, rendendoli i più vincenti in questa categoria.
Introduzione della classe Moto2 (2010): Nel 2010, la classe 250cc è stata sostituita dalla nuova categoria Moto2. Le moto Moto2 sono equipaggiate con motori da 600cc, forniti da Honda a tutti i team. Questa categoria ha visto l’ascesa di nuovi talenti e una maggiore competitività (Toni Elías) è stato il primo campione della classe Moto2.
Dal 2019 è stato stipulato l'accordo triennale tra Triumph e MotoGP ™ detentore dei diritti commerciali Dorna Sports che ha visto il marchio britannico fornire un triplo motore Triumph 765cc dedicato alla classe, che si basa sul propulsore del nuovissimo Triumph Street Triple 2017.
Curiosità:
Il telaio deve essere un prototipo, la cui progettazione e costruzione è libera entro i vincoli del Regolamento Tecnico dei Gran Premi FIM. Il telaio principale,il forcellone, la sella, il serbatoio, carenatura/carrozzeria di un motociclo non prototipo (cioè omologato per la moto stradale di serie) non possono essere utilizzati.
Materiali:
Strumentazione specifica tecnica:
Moto
Motore: Triumph a 3 cilindri 765 cm³ della Street Triple, portato a circa 140 CV e circa 80 Nm di coppia.
Peso: Minimo peso permesso pilota + moto : 217 kg
Strumentazione di protezione obbligatoria:
Casco omologato: Il casco è l’elemento di protezione più importante (calotta esterna in fibra di carbonio). Deve essere omologato secondo gli standard di sicurezza e deve essere indossato in ogni momento durante la competizione.
Tuta in pelle: I piloti devono indossare una tuta in pelle che copra tutto il corpo. La tuta deve essere realizzata in materiale resistente all’abrasione e dotata di protezioni per le spalle, i gomiti e le ginocchia. La tuta inoltre contiene un air bag che si attiva preventivamente quando il pilota viene sbalzato dalla moto.
Guanti e stivali: Guanti e stivali devono essere indossati per proteggere le mani e i piedi. Anche questi devono essere realizzati in materiale resistente e omologato.
Protezioni dorsali: Le protezioni dorsali sono obbligatorie per ridurre il rischio di lesioni alla colonna vertebrale. Devono essere indossate sotto la tuta di pelle.
Protezioni per il collo: Alcuni piloti scelgono di indossare protezioni per il collo per ridurre il rischio di lesioni al collo e alla testa.
Obiettivo:
Punteggio
Tempo
La classe della moto 2 riprende gli stessi principi della classe regina (moto gp), con un numero prestabilito di giri che varia nei diversi circuiti in base alla lunghezza e al tempo di percorrenza, in media le gare durano dai 35 ai 45 minuti.
Difficoltà (da 0 a 5):
Condizionale 5
Coordinativa 5
Intellettiva 5
Inizio pratica agonistica (età):
età minima di 18 anni
Inizio pratica professionistica (età):
età minima di 18 anni
Sport non Olimpico:
Gli sport motoristici non soddisfano il requisito fondamentale di competere a parità di condizioni. Se si introducesse una gara di MotoGP nel programma olimpico, ogni team correrebbe con un mezzo differente. Si potrebbe risolvere il problema creando classi motociclistiche ad hoc (magari con mezzi tutti uguali ed elettrici) ma i costi lieviterebbero perché servirebbero comunque supporti tecnici per ogni pilota.
Il Comitato Olimpico riconosce le federazioni degli sport motoristici, ma precisa la differenza tra pilota e atleta. Nonostante le capacità fisiche e mentali di cui entrambi dispongono, il mezzo influenza inevitabilmente le prestazioni del pilota.
Demografia: quanti lo praticano, chi lo pratica (genere), diffusione geografica:
In questa categoria i piloti sono circa 30 in tutto il mondo, a causa anche dei requisiti tecnici e i costi alti che prevede questo sport essendo uno sport elitario, i Partecipanti sono tutti maschi anche se potrebbero partecipare anche le donne nelle stesse categorie.
Circa 110.000 fan in 179 paesi hanno risposto al sondaggio globale sui fan della MotoGP. Più dell’82% dei fan segue lo sport da oltre sei anni, il più alto di qualsiasi serie studiata nel programma Global Fan Survey di Motorsport Network. La Moto2 segue i numeri della moto gp essendo trasmesse insieme tutti i week end di gara, ha una base di fan globale con persone provenienti da tutte le culture e i background. La Moto2 grazie anche alla moto gp è uno degli sport più popolari al mondo, con 20 gare in 16 paesi su 4 continenti.
Somatotipo:
Ectomorfo
Mesomorfo
Morfotipo:
altezza media: 170 cm
peso medio : 65 ± 5 kg.
È importante notare che l’altezza può influenzare le prestazioni in moto. I piloti più alti tendono ad essere più pesanti, il che può influenzare la gestione della moto e il consumo di carburante. D’altra parte, i piloti più bassi possono avere un vantaggio in termini di peso, ma potrebbero avere difficoltà a gestire la moto in alcune situazioni.
Distanza della prestazione:
La distanza totale percorsa durante una gara è di circa 120-130 chilometri, ma può variare a seconda del circuito e delle condizioni meteorologiche, In media un circuito è lungo dai 4500 mt ai 5500 mt.
Durata: Le gare di Moto2 hanno una durata variabile a seconda del circuito, ma in media durano circa 45 minuti, ma può variare a seconda del circuito e delle condizioni meteorologiche.
Frequenza cardiaca:
Fc media 93,6 ± 7,3% della FC MAX.
Fc min. non rilevata
Fc max. non rilevata
Uno studio interessante ( Morosi et al., 2015) mirato a caratterizzare le prestazioni di Supermoto correlando il giro più veloce (migliore prestazione) con la frequenza cardiaca (HR), le caratteristiche antropometriche, l'esperienza di corsa e le valutazioni dello sforzo percepito (RPE) dei piloti, ha rilevato che i piloti più lenti hanno mostrato una FC più alta rispetto ai piloti più veloci (media delta-FC: 20 battiti·min(-1), P=0,010).
Tipologia di lavoro:
Ciclico
Sistema energetico coinvolto:
Dominante: aerobico
Alimentazione e idratazione:
Secondo uno studio condotto da ( Rodriguez et al., 2012) su giovani piloti internazionali è emerso come il 96,2% dei piloti si allontana dalle raccomandazioni nutrizionali di cinque pasti al giorno, nonché dalla raccomandazione di 3 porzioni giornaliere di cereali e pane, che vengono soddisfatte rispettivamente dal 15,4% e dal 30,8%, durante la gara si bruciano dalle 1500/2000 kcal. solo il 15,4% dei motociclisti nei periodi di allenamento mantengono la stessa dieta e non modificano la qualità della propria alimentazione.
Tra le ragioni dell'aumento dei carboidrati ingeriti segnaliamo che aiutano ad aumentare le energie necessarie per affrontare una specifica situazione di debilitazione come allenamenti o gare.
Per quanto riguarda l'idratazione, ci sono differenze significative tra una giornata di allenamento e una di gara(p= 0,008),più acqua viene consumata il giorno della competizione per far fronte alle grandi perdite di liquidi che avvengono anche per colpa di condizioni ambientali difficoltose e strumentazione indossata dal pilota oltre che ovviamente dallo sforzo intenso protratto al pilota per tutta la durata della gara.
Capacità motorie:
Capacità condizionali : Forza veloce, Forza resistente.
Capacità coordinative : Coordinazione oculo – manuale, differenzazione cinestetica, capacità di reazione, capacità di trasformazione, equilibrio dinamico.
Per guidare velocemente e manovrare la moto in pista è necessaria un'intensa attività neuromuscolare, contrastando le numerose sollecitazioni inerziali a cui è sottoposto il pilota. Un pilota in questa categoria dedica circa 16 ± 2 ore alla preparazione fisica, allenando soprattutto la resistenza cardiovascolare, la flessbilità per aumentare il range di movimento, la forza (tramite macchine isotoniche, pesi liberi o a corpo libero), inoltre non vengono tralasciati allenamenti per la instabilità propriocettiva, per migliorare l’abilità di guida e allenamenti mentali e tattici.
Abilità motorie:
l’abilità motoria di un pilota richiede sia una preparazione fisica che mentale, La guida di una moto è un’attività altamente dinamica che richiede una grande concentrazione e capacità di reazione. I piloti devono essere in grado di prendere decisioni rapide e precise in situazioni di alta pressione, Oltre ad un adeguata preparazione fisica e mentale devono sviluppare una tecnica di guida sofisticata che sia efficiente ed efficace, l’abilità in staccata, la capacità di spigolare le traiettorie, la velocità di percorrenza, e la capacità di avere sotto controllo il consumo delle gomme sono fattori determinanti.
Schemi motori e piani di lavoro:
I movimenti effettuati durante una gara avvengono su tutti e 3 i piani: Frontale, Sagittale e Trasverso.
Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzato:
Coordinativo
Tecnico
Mobilità
flessibilità
Il riscaldamento che viene eseguito è altamente specifico e può differire da pilota a pilota, vengono eseguiti esercizi di mobilità e flessibilità mirati ai muscoli ed alle articolazioni coinvolte, inoltre subentra l’aspetto mentale molto importante per l’approccio alla gara.
Curiosità: è usanza da parte di alcuni piloti ripassare a mente Il circuito e immaginarsi sulla moto simulando il cambio delle marce e i punti di frenata.
Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente o discendente):
Agonisti:
Quadricipiti
Muscolo grande adduttore
Muscolo adduttore lungo
Muscolo adduttore breve
Muscolo otturatore esterno
Muscolo gracile
Muscoli del compartimento mediale della coscia
Bicipite brachiale
Muscoli dell’avambraccio (flessori-estensori delle dita)
Sinergici:
Trapezio
Gran pettorale
Gran dorsale
Sternocleidomastoideo
Fissatori:
Cuffia dei rotatori
Deltoide
Core
Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente o discendente):
Caviglia
Ginocchio
Anca
Spalla
Gomito
Polso
La posizione di un pilota di Moto 2 come la motoGP sulla moto è estremamente specifica e studiata per massimizzare la velocità e l’efficienza in pista e possiamo suddividere le fasi della guida in 5 fasi:
Rettilineo: Il pilota cerca di nascondersi dietro il cupolino per rendersi più aereodinamico possibile, si siede molto posteriormente sulla sella per poter estendere in avanti la colonna, schiaccia la testa sul serbatoio e incastra i gomiti vicino alla ginocchia.
Staccata: con questo termine si intende una frenata molto forte in prossimità di una curva,in questo momento i piloti alzano il busto per aiutarsi a frenare la moto e spostano il peso del corpo verso la direzione della curva per impostarla, adducendo forte le gambe per stringere la moto e portarla in inserimento curva.
Ingresso curva: In questa fase la moto passa da dritta a inclinata, tramite il controsterzo e lo spostamento del peso all’interno della curva
Centro curva : con moto potenti come la moto 2, si tende a “ spigolare” le curve, in questa fase i piloti raggiungono il massimo grado di piega, si superano anche i 60 °, in questa fase il corpo del pilota è fuori dalla moto con i piedi che puntano sulle pedane.
Uscita di curva: in questa fase si raddrizza la moto per riaprire e dare la massima potenza esprimibile dalla moto, spingendo con i piedi sulle pedane e riportando il busto in verticale.
Aspetti usuranti:
Gli aspetti usuranti in questo sport sono diversi, sia a livello fisico che mentale, I piloti sono sottoposti a grandissimi accelerazioni e decelerazioni ( la moto 2 raggiunge velocità di 300 km/h), sono sottoposti a tanti cambi di direzione e di postura del corpo e tutto ciò avviene con il carico addosso di tutte le protezioni sopra specificate (uno degli infortuni più frequenti cronici è la sindrome compartimentale dell’avambraccio), inoltre a livello mentale si è sottoposti a una grandissima pressione dovuta soprattutto all’ ansia del risultato, Ed essendo distribuiti in tutto il mondo i circuiti anche il viaggio ed il tempo per gli spostamenti contribuiscono a tutto ciò, basti pensare che per un week end di gara in cui la gara si svolge di domenica, si arriva al circuito già di mercoledì. Secondo una review di (Emanuele D'Artibale et al., 2018), in termini di risposte ormonali alle competizioni, è stato riportato che sia la sessione di qualifica che la gara inducono un elevato livello di stress sui piloti, caratterizzato da una risposta anticipatoria alla gara. Le concentrazioni di cortisolo misurate la mattina della gara sono state rilevate ed è stato dimostrato che è fino a tre volte superiore rispetto a un giorno di riposo, Infatti si è verificato un significativo aumento progressivo delle concentrazioni di cortisolo il giorno della corsa, con i valori misurati 10 minuti dopo la gara che sono stati più alti (57,3 ± 4 vs. 13,2 ± 2 e 4,04 ± 2 nmol l-1 come valori basali).
Infortuni più frequenti (distretto anatomico):
Il distretto anatomico più colpito a causa delle cadute sembrano le braccia, il cingolo scapolo omerale e la clavicola, secondo uno studio ( David Campillo et al., 2021) con i dati presi dalle stagioni del motomondiale 2013 al 2017, ha evidenziato che le fratture più frequenti per le quali è stato indicato l'intervento chirurgico erano fratture clavicolari, che rappresentavano 29 delle 119 fratture totali (24,4%), seguite da fratture del radio distale (13,4%) e fratture della caviglia (9,2%). Le fratture meno frequenti erano fratture della rotula e dell'astragalo che rappresentano lo 0,84% del totale. Inoltre sono molto frequenti lussazioni gleno omerali e fratture al polso.
Lo studio di John Bedolla et al., 2015 ha riportato i 4 incidenti più frequenti che portano all’infortunio:
1. L'incidente “lowside”: la perdita di trazione in curva provoca la perdita delle forze che mantengono la motocicletta in posizione verticale. Il pilota cade a terra perdendo l’angolo di piega e sbanda tangente alla curva.
2. L'incidente "highside": quando le gomme iniziano a perdere trazione in curva, il pilota corregge eccessivamente e la motocicletta si ribalta violentemente verso il lato alto della curva, catapultando il pilota fuori dalla moto.
3. L'incidente “topside”: la motocicletta rallenta improvvisamente in modo relativo rispetto al pilota, che viene spinto sopra il manubrio.
4. L'incidente “collisione”: il ciclista colpisce o viene colpito da una persona ferma da un oggetto o un altro motociclo e subisce un trauma contusivo causato anche da una forza di decelerazione estrema e dalla colluttazione sull’asfalto.
Curiosità: La maggior parte degli incidenti avviene in gara, e non nelle prove libere o nelle qualifiche, inoltre fra le 3 classi del motomondiale la percentuale maggiore di infortuni avviene nella classe MOTO 3. Inoltre ultima curiosità, la maggior parte degli infortuni nelle stagioni fra il 2013 e il 2017 sono avvenuti nei circuiti del GP Monster Energy di Catalunya in particolare in curva 10, e nel GP di San Marino e Riviera di Rimini in particolare in curva 10 e curva 6.
Tabella 1: percentuale di fratture e tipologia di fratture nelle stagioni sportive fra 2013 – 2017. Bedolla et al., (2016). Elite Motorcycle Racing: Crash Types and Injury Patterns in the MotoGP Class. The American journal of emergency medicine, 34(9), 1872–1875.
Test specifici:
Uno dei test più interessanti che vengono effettuati a inizio anno sono le prove nella galleria del vento, in cui pilota e moto insieme vengono sottoposti a grandi flussi di aria per comparare i flussi aereodinamici e risolvere le eventuali turbolenze.
Video-regolamento:
Bibliografia:
Rodríguez Pérez, M.A., Casimiro Andújar, A.J., Sánchez Muñoz, C., Muros Molina, J.J., Zabala Díaz, M. (2012). Hábitos alimentarios de los jóvenes pilotos de motociclismo de élite internacional / Feeding habits of young international elite motorcyclists. Revista Internacional de Medicina y Ciencias de la Actividad Física y el Deporte, 12 (46), 195-207.
Caroli, G., Bosco, G.F., Gianfelici, A., Guerrini, G., Scevola, M. (2011). Il motociclismo. Medicina dello Sport, 64(4), 491–505.
D’Artibale, E., Laursen, P. B., Cronin, J. B. (2018). Human Performance in Motorcycle Road Racing: A Review of the Literature. Sport Medicine, 48(6), 1345–1356.
Sanchez-Muñoz, C., Rodriguez, M.A., Casimiro-Andújar, A.J., Ortega, F. B., Mateo-March, M., Zabala, M. (2011). Physical Profile of Elite Young Motorcyclists. International Journal of Sports Medicine, 32, 788–793.
Gómez-Carmona, C.D., Rojas-Valverde, D., Oliva-Lozano, J.M., Pino-Ortega, J. (2023). Chronotropic and Cardiac Autonomic Responses to One-Week Competitive Period in Speed Motorcycling. Revista Internacional de Medicina y Ciencias de la Actividad Física y el Deporte, 23 (91), 119-133.
Bedolla, J., Santelli, J., Sabra, J., Cabanas, J. G., Ziebell, C., Olvey, S. (2016). Elite Motorcycle Racing: Crash Types and Injury Patterns in the MotoGP Class. The American journal of emergency medicine, 34(9), 1872–1875.
Morosi, C., La Torre, A., Sartor, F. (2015). Heart rate responses to twelve laps Supermoto race simulation in motorcyclists. The Journal of sports medicine and physical fitness, 55(12), 1565–1570.