slalom speciale

Modello Prestativo

Sport Individuale di Scivolamento

SCI alpino

Slalom Speciale


Autore: Remi Bellone

Data di immissione del modello: 01/07/2020

Tipologia di sport:

    • Individuale
    • Situazionale
    • Con mezzo

Ambiente:

    • Outdoor
    • Stagione invernale
    • Superficie di gara: le piste in cui si svolgono le competizioni devono essere omologate secondo le norme predisposte dalla federazione e solitamente non presentano eccessive difficoltà. Le condizioni della neve sono variabili in relazione alle condizioni climatiche e ambientali. Solitamente la preparazione dalla pista ha l'obiettivo di rendere duro, compatto e ghiacciato il manto nevoso, per garantire una maggior tenuta della pista.
      • Il dislivello delle piste di gara in Coppa del Mondo, Olimpiadi e Mondiali deve essere compreso tra 180 e 220m per i maschi e 140 e 220m per le fammine, mentre per le gare internazionali del circuito FIS (Federazione Internazionale Sci) a partire dalla categoria Giovani il dislivello deve essere tra 140 e 220m o 120-200m rispettivamente per maschi e femmine.
      • Il numero di cambi di direzione previsti deve essere compreso tra il 30 e il 35% del dislivello +/- 3 cambi di direzione. la quantità e il tipo di cambi di ritmo consentiti sono codificati nei regolamenti tecnici federali.
      • La distanza tra 2 cambi di direzione deve essere compresa tra 6 e 13 metri, e tra 4 e 6 metri per i cambi di ritmo.
    • Naturale: nella maggior parte dei casi, ma c'è la possibilità di inserire dei dossi artificiali per favorire la spettacolarità nelle piste molto facili.

Materiali:

    • Strumentazione specifica tecnica:
      • Sci: la lunghezza degli sci per le gare di slalom di Coppa del Mondo deve essere non inferiore a 155cm e 165cm rispettivamente per femmine e machi; le stesse misure sono valide a partire dalla categoria Giovani nel circuito FIS (circuito internazionale). La larghezza del centro sci deve essere minimo di 63mm. La massima altezza consentita della componente sci-piastre-attacchi, misurata tra il margine inferiore dello sci (a contatto con la neve) e superficie di appoggio dello scarpone è di 5cm. È obbligatorio lo ski-stopper.
      • Scarponi: l'altezza massima consentita è di 43mm.
      • Bastoni: da slalom, dritti.
      • Paramani
      • Parastinchi
      • Mentoniera
      • Mascherina
      • Guanti
      • Tuta da gara
      • Protezioni varie: è consentito l'uso di protezioni addizionali come il paraschiena o le protezioni per gli arti superiori, a patto che vengano indossate sotto la tuta da gara.
    • Strumentazione di protezione obbligatoria:
      • Casco: è obbligatorio, deve avere la certificazione EN 1077 (classe B) o ASTM 2040 come minimi requisiti. L'imbottitura che protegge le orecchie può essere morbida. Sono consentiti caschi che soddisfano standard di sicurezza più elevati (obbligatori per le discipline di GS, SG e DH). È vietata qualsiasi modifica (anche estetica) del casco.
      • Paraschiena: l'uso è solamente consigliato.

Obiettivo:

    • Tempo: ogni gara è composta da 2 run, vince chi riesce a completare entrambe le run rispettando tutti i cambi di direzione previsti senza commettere infrazioni e nel minor tempo. Nelle gare di Coppa del Mondo solo i primi 30 classificati della prima run possono accedere alla seconda, con partenza a posizioni invertite. Il tempo totale della gara dato dalla somma dei tempi delle due run determina la classifica finale. Nelle gare di Coppa Continentale, nei campionati Nazionali, nel circuito FIS e nelle gare FISI tutti gli atleti che hanno portato a termine la prima manche possono accedere alla seconda: i primi 30 partendo con l'inversione delle posizioni, gli altri a seguire in ordine di posizione.
    • Punti: validi per la classifica di specialità e generale. Al termine di ogni gara sono assegnati punti ai primi 30 classificati (in Coppa del Mondo solo a coloro che concludono la seconda manche): 100 punti al 1° classificato, 80 al 2°, 60 al 3° e così via, fino ad arrivare al 30° che prende 1 punto. La somma dei punteggi ottenuti da ciascun atleta nelle gare di slalom Coppa del Mondo nell'arco di una stagione permette di stilare la classifica di specialità e l'ordine di partenza per l'anno successivo. Questi punteggi, integrati a quelli delle altre discipline, permettono di stilare la classifica della Coppa del mondo generale.

Difficoltà (da 0 a 5):

    • Condizionale 4
    • Coordinativa 5
    • Intellettiva 4

Inizio pratica agonistica (età):

    • Categoria Pulcini, Baby, 8 anni, in forma ludico-sportiva, con l'utilizzo di pali "nani" e fatti di gomma.
    • Categoria Children, Ragazzi, 12 anni come pratica agonistica vera e propria.

Inizio pratica professionistica:

    • La FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) non è riconosciuta dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) come federazione professionistica. Gli sciatori dunque non possono essere considerati professionisti, ma possono essere tesserati per i gruppi sportivi a partire dall'età di 16 anni.

Sport Olimpico

    • La disciplina dello slalom speciale è entrata a far parte delle discipline Olimpiche dalla V edizione dei Giochi Olimpici Invernali, a St. Moritz, nel 1948. Nell'edizione precedente dei Giochi (Garmisch-Partenkirchen 1936) lo slalom era già presente, ma all'interno della combinata, disciplina che comprendeva 1 manche di discesa libera e 1 di slalom.

Demografia: quanti lo praticano, chi lo pratica (genere), diffusione geografica:

    • Lo slalom speciale fa parte delle discipline tecniche dello sci alpino ed è considerata una disciplina molto addestrante coordinativamente parlando, per questo viene praticata già nelle categorie giovanili in età prepuberale. Come lo sci alpino in generale, lo slalom viene praticato laddove vi è la possibilità (condizioni climatiche e ambientali, infrastrutture), ossia nei paesi Alpini (Italia, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Slovenia), sui Pirenei (Spagna, Francia e Andorra) e nei paesi Nordici (Svezia, Finlandia, Norvegia) per quanto riguarda l'Europa; negli USA e in Canada per quanto riguarda il Nord America; in Argentina e Cile in Sud America; in Australia e Nuova Zelanda in Oceania. Ultimamente grazie agli enormi investimenti economici in termini di infrastrutture la pratica dello sci alpino si è molto diffusa nei paesi dell'est asiatico, quali la Cina, la Corea del Sud e il Giappone. Per quanto riguarda la pratica agonistica ed in particolare il circuito Worl Cup, la maggior parte delle competizioni sia maschili sia femminili si svolge in Europa, con alcune uscite in USA, Canada, Cina, Corea e Giappone. Le località sciistiche dell'emisfero australe (soprattutto Cile e Argentina) vengono molto sfruttate dalle squadre nazionali nel periodo di preparazione specifica autunnale, poichè l'inversione delle stagioni consente di sciare preparando la stagione competitiva con condizioni invernali impossibili da trpovare alle nostre latitudini in quel periodo.
    • Nell'ultimo rapporto del CONI del 2017 la FISI conta conta 73541 tesserati con 1148 associazioni (sono comprese tutte le discipline che fanno parte della FISI, circa l'85% di questi pratica sci alpino).
    • Tra le discipline invernali lo sci alpino è la disciplina più praticata, sia a livello maschile che a livello femminile. La partecipazione alle gare di slalom di Coppa del Mondo generalmente è di 80 uomini e 70 donne.

Frequenza gare: ci sono diversi circuiti, in base al livello e all'età dell'atleta.

    • World Cup: nei maschi ci sono 10 gare di slalom, tutte in Europa, distribuite da dicembre a marzo con maggior frequenza solitamente nel mese di gennaio. Nelle femmine 9 gare tra USA ed Europa distribuite equamente nella stagione. A queste gare si devono aggiungere le Olimpiadi ogni 4 anni e i Mondiali ogni 2 anni.
    • European cup: 10 gare per i maschi, 11 per le femmine, solitamente svolte in blocchi di due gare separati da due settimane.
    • Circuito FIS: é il circuito internazionale (di cui fanno parte anche la Coppa del Mondo e la Coppa Europa), comprende centinaia di gare all'anno, anche in estate e autunno (nell'emisfero australe), e più di una gara al giorno per specialità in tutto il Mondo. All'interno del circuito internazionale si distinguono poi i vari campionati nazionali per categoria e vari circuiti (NJR, FIS, CIT). Il circuito FIS comprende le competizioni internazionali a partire dalla categoria Aspiranti-Giovani (16 anni), alcune accezionali gare internazionali della categoria Children (12-15 anni).
    • Circuito FISI: comprende tutte le gare fino alla categoria Children (ad esclusione delle finali internazionali), e le gare Giovani, Senior e Master non internazionali. La frequenza delle gare è in funzione della categoria.

Record mondiale:

    • Vittorie in Coppa del Mondo:
      • Maschile: Ingemar Stenmark (SWE) comanda la classifica degli atleti più vincenti di sempre in slalom con 40 vittorie, seguito da Albertone Tomba (ITA) con 35, e da Marcel Hirscher (AUT) con 32.
      • Femminile: Mikaela Shiffrin (USA), ancora in attività e con tanti anni davanti, con 43 vittorie precede Marlies Schild (AUT) con 35.
    • Vittoria coppe di specialità:
      • Maschile: Ingemark Stenmark (SWE) detiene il record di coppe di specialità, 8, seguito da Marcel Hirscher (AUT) con 6, e da Alberto Tomba (ITA) con 4.
      • Femminile: Mikaela Shiffrin (USA) e Vreni Schneider (SUI) in testa alla classifica, entrambe con 6 coppe di specialità.
    • Medaglie Olimpiche:
      • L'unica atleta in grado di vincere 2 volte la medaglia d'oro Olimpica nello slalom speciale è stata la svizzera Vreni Schneider, nelle edizioni di Calgary 1988 e Lillehammer 1994.
    • Medaglie Mondiali:
      • Maschile: Marcel Hirscher (AUT) e Ingemar Stenmark (SWE) comandano la classifica con 3 ori mondiali in slalom a testa.
      • Femminile: Mikaela Shiffrin (USA) detiene il record con 4 vittorie.

Somatotipo:

    • Ectomorfo
    • Mesomorfo

Morfotipo:

    • Altezza media:
      • Uomo - 1,81 cm
      • Donna - 1,66 cm
    • Peso medio:
      • Uomo - 87 kg
      • Donna - 65,1 kg

Non ci sono correlazioni tra misure antropometriche e risultati prestativi, incidono maggiormente sul raggiungimento del risultato abilità e capacità motorie, fattori psicologiche e motivazionali, concentrazione e gestione dell'ansia.

Distanza della prestazione:

    • Il dislivello delle piste di gara in Coppa del Mondo, Olimpiadi e Mondiali deve essere compreso tra 180 e 220m per i maschi e 140 e 220m per le fammine, mentre per le gare internazionali del circuito FIS (Federazione Internazionale Sci) a partire dalla categoria Giovani il dislivello deve essere tra 140 e 220m o tra 120 e 200m rispettivamente per maschi e femmine.
    • Il numero di cambi di direzione previsti deve essere compreso tra il 30 e il 35% del dislivello +/- 3 cambi di direzione. la quantità e il tipo di cambi di ritmo consentiti sono codificati nei regolamenti tecnici federali.
    • La distanza tra 2 cambi di direzione deve essere compresa tra 6 e 13 metri, e tra 4 e 6 metri per i cambi di ritmo.

Durata:

    • Della competizione: le gare di slalom sono suddivise in 2 manche, la durata di ognuna varia dai 45 secondi al minuto, in relazione alla lunghezza e alla pendenza della pista, alla consistenza della neve e alla tracciatura, per una durata complessiva di 1,30/2 minuti. Solitamente la gara più lunga è Zagabria (CRO), della durata circa di 58-61 secondi per le femmine e 54-56 secondi per i maschi; le gare più corte invece sono Madonna di Campiglio (ITA) per i machi, durata di circa 46-48 secondi, e Killington (USA) per le femmine, durata di circa 49-51 secondi. Questi dati sono variabili in funzione della tracciatura.
    • Dell'azione: la durata di un singolo cambio di direzione nello slalom è mediamente inferiore ad 1 secondo. Se prendiamo in considerazione i cambi di ritmo e le figure verticali questo tempo si riduce drasticamente a pochi decimi di secondo. Tale durata è ovviamente molto variabile in relazione al livello dell'atleta, al pendio, al tipo di neve (dura, molle, compatta, lenta, veloce), al tracciato (metri di spazio tra due cambi di direzione e grado di angolo) e alla velocità di ingresso in curva.

Frequenza cardiaca:

    • Fc media: 177 bpm.
    • Fc in partenza: intorno al 70% Fc max.
    • Nella prestazione la Fc tende ad aumentare in modo velocemente fin dall'inizio fino a raggiungere intensità sub massimali.

Tipologia di lavoro:

    • Scotton (2003) classifica lo sci alpino e dunque lo slalom tra gli sport con immediato adeguamento posturale e/o del mezzo all’ambiente, attribuendogli il codice N1IN/CAP-1. Le prestazioni efficaci nello slalom comportano l'uso efficiente dell'energia potenziale, la capacità di ridurre al minimo l'attrito sci-neve, di mantenere alte le velocità e di scegliere la traiettoria ottimale. Cotelli C. e M. (1971, 1980, 1990, 1999, 2000, 2002) definisce lo sci "sport di destrezza, a prevalente impegno muscolare, con attività metabolica di tipo aerobico-anaerobico misto, con prevalenza dell’aspetto anaerobico (alattacido e lattacido) sull’aspetto aerobico." Durante la fase di curva c'è una grande attivazione muscolare di tipo isometrico e eccentrico, con picchi di forze che possono superare la massima contrazione volontaria (MCV). Questa attivazione riguarda tutta la muscolatura degli arti inferiori e del tronco. Lo slalom è caratterizzato da un'azione ciclica, costituita dall'alternanza di curve a destra e sinistra, in cui però possono cambiare l'attivazione muscolare ed i tempismi esecutivi, a causa delle variabili date dalla neve, dalla tracciatura e dalla pendenza.

Sistema energetico coinvolto:

    • Anaerobico-aerobico misto, con prevalenza del sistema anaerobico lattacido e alattacido. Nello slalom la durata relativamente breve e le alte intensità richieste non consentono un elevato sviluppo della potenza aerobica. Inoltre le forti contrazioni muscolari isometriche in fase di curva, seppur brevi, generano occlusione dei vasi sanguigni, creando ambiente ipossico e ischemico all'interno del muscolo, e aumentando l'utilizzo dei fosfati energetici inizialmente e del glicogeno in vie anaerobiche successivamente come fonti di entergia. Qeusta situazione è comunque limitata nello slalom rispetto alle altre discipline, poiché la durata della curva è molto breve. La capacità aerobica è importante soprattutto per la gestione degli allenamenti sulle piate da sci, in quota, in ambienti spesso freddi, ipossici e ipobarici, e per il recupero tra le varie discese.
    • Il lattato nel sangue dopo una prova assume valori massimi compresi tra 12 e 15 mmol/l (i dati sono molto variabili a seconda dei parametri personali, situazionali e della gestualità tecnica).
    • VO2max (dati da laboratorio):
      • Maschi: 60 ± 4,7 ml/kg/min
      • Femmine: 55 ± 3,5 ml/kg/min
    • Potenza espressa:
      • Maschi: 4,7± 0,4 W/kg
      • Femmine: 4,3 ± 0,4 W/kg

Alimentazione e idratazione:

Capacità motorie:

    • Capacità condizionali:
      • Forza: importante nelle sue varie espressioni. Forza eccentrica e isometrica per resistere alle sollecitazioni nella seconda fase di curva; forza esplosiva, potenza per creare movimento e propulsione.
      • Velocità e rapidità: importante perché nello slalom i tempismi esecutivi sono molto brevi (una curva generalmente dura pochi decimi di secondo).
      • Resistenza: importante più per quanto riguarda l'allenamento, dove c'è la necessità di ripetere la discesa alla massima intensità per più volte nella giornata.
    • Capacità coordinative:
      • Destrezza
      • Equilibrio
      • Differenziazione cinestetica
      • Orientamento spazio-temporale
      • Ritmo
      • Combinazione motoria
      • Reazione
      • Fantasia motoria
      • Anticipazione motoria

Abilità motorie:

    • Scivolamento
    • Sensibilità
    • Propriocezione
    • Tecnica- movimenti fondamentali:
      • Inclinazioni laterali sul piano frontale
      • Movimenti antero-posteriori sul piano sagittale
      • Rotazioni assiali sul piano trasverso
      • Movimenti alto-basso sul piano frontale
    • Tattica

Schemi motori:

    • Correre
    • Saltare e atterrare
    • Strisciare
    • Arrampicarsi
    • Rotolare

Non ci sono schemi motori di base in relazione al gesto tecnico specifico, ma come per tutti gli sport gli schemi motori di base contribuiscono a formare il bagaglio motorio e le abilità che possono tornare utili nell'azione specifica. Tali abilità devono essere apprese e sviluppate con l'allenamento.

Piani di lavoro:

    • Piano trasversale: rotazioni
    • Piano sagittale: movimenti antero-posteriori
    • Piano frontale: movimenti verticali e inclinazioni laterali

Tipologia di riscaldamento comunemente utilizzata:

    • Coordinativo
    • Reattivo
    • Condizionale (Post-activation potentiation)
    • Tecnico (curve in campo libero, esercizi a bassa velocità)
    • Mobilità e flessibilità (dinamica, uso di elastici)

Principali muscoli coinvolti (classificazione ascendente o discendente):

    • Agonisti:
      • Tibiale anteriore
      • Quadricipite femorale
      • Gluteo
      • Ischiocrurali
      • Adduttori
      • Obliquo esterno e interno dell'addome
    • Sinergici:
      • Muscolatura degli arti inferiori.
      • Muscolatura del core.
    • Fissatori:
      • Muscoli del core
      • Muscoli erettori spinali

Per analizzare l'azione muscolare è fondamentale scomporre il gesto tecnico nelle diverse fasi di curva. Ad inizio curva (si va verso la pendenza) il tibiale anteriore si contrae per chiudere l'angolo della caviglia e mantenere la perpendicolarità del corpo con il terreno; questa azione è coadiuvata dall'azione concentrica di quadricipite femorale e hamstrings (apertura angolo del ginocchio) e del gluteo (apertura angolo dell'anca), mentre i muscoli del core stabilizzano la posizione e gli addominali obliqui interno ed esterno inclinano il busto nel senso opposto a quello di curva per mantenere l'equilibrio dinamico e bilanciare il carico sugli sci. A fine curva (dopo la massima pendenza, si va in direzione opposta alla pendenza) diventa molto importante la contrazione eccentrica e isometrica del quadricipite e in generale della muscolatura degli arti inferiori per resistere allo schiacciamento generato dalla forza centripeta e dalla forza di gravità, mentre la muscolatura del core continua l'azione stabilizzatrice e gli obliqui dell'addome esagerano l'inclinazione del busto verso la curva successiva. Fondamentale in questa fase l'azione di tibiale anteriore e gluteo per il mantenimento della centralità e perpendicolarità. Nella fase di cambio di direzione è molto importante l'azione dei muscoli fissatori (core, erettori spinali) per non arretrare la posizione.

Principali articolazioni coinvolte (classificazione ascendente o discendente):

    • Caviglia
    • Ginocchio
    • Cingolo pelvico
    • Colonna vertebrale

Gesti tecnici di base: Testo Sci Alpino

    • Movimenti fondamentali:
      • Inclinazioni laterali: movimenti riferiti allo spostamento del baricentro sull'asse trasversale, a destra e sinistra sul piano frontale. Il grado di inclinazione è dato principalmente e varia in base al livello dello sciatore e del gesto, al pendio e alla velocità. Le inclinazioni permettono in relazione al livello di gestire la velocità e il pendio, definire le traiettorie di curva e ricercare la deformazione dello sci. Le inclinazioni possono riguardare diversi segmenti corporei in base alla situazione: piedi-ginocchio, piede-bacino, piede-testa.
      • Antero-postero: movimenti riferiti allo spostamento del baricentro avanti e indietro sul piano sagittale. L'ampiezza di questo movimento è regolata dallo sciatore in funzione della velocità e del pendio. Il movimento antero-postero in relazione al livello permette di gestire l'equilibrio, ricercare la perpendicolarità e la centralità, distribuire del carico, deformare l'attrezzo, sfruttare la pendenza e il materiale. In questo movimento ha un ruolo fondamentale l'angolo della caviglia, regolato dell'azione del tibiale anteriore.
      • Rotazioni: movimenti riferiti alle rotazioni intornoall'asse longitudinale, verso destra e verso sinistra sul piano trasversale. Le rotazioni posso essere diverse per ampiezza, velocità e direzione dei vari segmenti corporei. Si può parlare di rotazioni dei piedi, del bacino e delle spalle. Il movimento di rotazione in relazione al livello permette di effettuare il cambio degli spigoli, gestire le forze e le inerzie rotazionali e ottimizzare del carico.
      • Alto-basso (movimenti verticali): movimenti riferiti allo spostamento del baricentro verticalmente sul piano frontale. Sono dati in particolare dall'apertura e dalla chiusura dell'angolo del ginocchio e del bacino. In relazione al livello attraverso questo movimento è possibile gestire e ottimizzare il carico.
    • Cambio degli spigoli: è il passaggio dagli spigoli interni della curva precedente agli spigoli interni della curva successiva. Esso avviene attraverso l’utilizzo di azioni motorie determinate da un tempismo esecutivo diverso a seconda della direzione e della velocità di spostamento del bacino dall'interno della curva precedente all'interno di quella successiva, in funzione delle variabili e della traiettoria di curva da effettuarsi.
    • Presa di spigolo: È l'angolo di incidenza formato dall'asse trasversale dello sci con il pendio. Variando la presa di spigolo, lo sciatore varia la direzione della traiettoria. La presa di spigolo è influenzata da pendio, neve, attrezzatura, velocità di percorrenza, traiettoria di curva e forze (comprese quelle inerziali) che agiscono sullo sciatore. L'incisione della lamina sul terreno permette di generare la forza centripeta necessaria ad effettuare una curva. All’aumentare della presa di spigolo, diminuisce l’angolo di incidenza interno ed aumenta quello esterno. Viceversa, al diminuire della presa di spigolo, aumenta l’angolo di incidenza interno e diminuisce quello esterno.
    • Centalità: è la condizione che si verifica quando la risultante delle forze che si considerano applicate al baricentro dello sciatore cade entro il perimetro della base d’appoggio degli scarponi.
    • Indirizzamento: è il risultato di azioni motorie quali l’angolazione, l’azione rotatoria, i movimenti alto-basso e antero-postero che consentono l’inserimento volontario degli sci nella nuova traiettoria di curva in funzione delle variabili: pendio, neve, attrezzatura, velocità di percorrenza, traiettoria di curva, inerzie e forze che agiscono sullo sciatore.
    • Scorrevolezza: abilità quasi istintiva volta a ridurre al minimo gli attriti del sistema uomo-sci con la neve.
    • Pilotaggio dei piedi: rotazione millimetrica degli arti inferiori nel senso della curva, regolata dall'intervento della specifica muscolatura. Questa azione è in sinergia all'avanzamento del baricentro e, abbinata alla presa di spigolo, dà origine all'indirizzamento degli sci nella prima fase di curva. L'applicazione ben controllata dell'azione di pilotaggio dipende da una buona propriocettività e quindi dalla sensibilità podalico-motoria specifica dello sciatore.
    • Indipendenza di gambe: Intervento asimmetrico degli arti inferiori attraverso l’utilizzo di azioni motorie che permettono di adattarsi alle asperità e al dislivello del terreno adeguando l’equilibrio e/o la centralità a condizioni variabili.
    • Conduzione: il termine identifica traiettorie di curva eseguite con il minor sbandamento laterale.

Aspetti usuranti:

    • Stress ripetuti con carichi importanti sulle articolazioni degli arti inferiori e sulla colonna vertebrale, alte velocità di curva e raggi brevi, curve chiuse.
    • Trasferte frequenti quasi sempre seduti in pulmino o in macchina per raggiungere le località in cui si svolgono le gare, con conseguenti dolori alla schiena.
    • Traumi
    • Forza torcente (rotazioni interne in valgo stress)
    • Asimmetria di forza negli arti

Infortuni più frequenti (distretto anatomico):

    • Ginocchio:
      • Lesioni dei legamenti crociato anteriore e collaterali
      • Lesioni dei menischi
      • Fratture del piatto tibiale
        • Fattori di rischio:
          • Trauma: rotazione interna in valgo stress in fase di curva
          • Sciancratura dello sci: la deformazione dello sci a inizio curva genera una risposta elastica che se non gestita può essere causa di cadute e traumi
          • Caduta
          • Condizioni della neve
          • Fatica (la maggior parte degli infortuni avviene nell'ultimo quarto di gara)
    • Colonna vertebrale
      • Low back pain cronico
      • Ernia del disco
      • Degenerazione del corpo anteriore delle vertebra
    • Trauma cranico

L'incidenza di infortuni nello sci è compresa tra il 23,5% e il 36,7% ogni 100 atleti

Test specifici:

    • Vertical jump test: forza esplosiva e asimmetria arti inferiori
    • Pressa Mognoni test con utilizzo della stimolazione elettrica: modulazione della forza e forza esplosiva
    • Wingate test: potenza potenza anaerobica
    • VO2max test su cicloergometro
    • Test antropometrici
    • Composizione corporea

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